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A Isernia anziani a ‘lezione’ dai carabinieri per non finire nella rete di ladri e truffatori

Successo per l’incontro ospitato questo pomeriggio nella sala parrocchiale della chiesa di Santa Maria Assunta. Presente anche il vescovo Cibotti: “Si tratta di una bellissima iniziativa, da non far mancare e da moltiplicare”


ISERNIA. C’è il finto avvocato e il falso carabiniere. C’è la telefonata che annuncia l’arrivo di un pacco mai ordinato da ritirare con urgenza e ci sono fantomatici tecnici che suonano il campanello per riparare contatori. Tanti i raggiri che malviventi senza scrupoli sono pronti a mettere in atto e perciò bisogna sempre stare molto attenti. Per questo oggi pomeriggio, nella sala parrocchiale della chiesa di Santa Maria Assunta un centinaio di anziani della comunità di Sant’Egidio ed altri fedeli ella parrocchia hanno preso parte all’incontro promosso dal comando provinciale dell’Arma per fornire consigli utili per difendersi da truffe e furti. A tenere la lezione è stato il maggiore Michele Carfora, comandante della Compagnia di Isernia.carfora

E’ stato anche illustrato un vademecum, quale valido supporto per evitare di rimanere vittime di raggiri di vario genere, che è stato distribuito in copia a tutti i presenti. Conferenze di questo tipo, già tenutesi presso altre parrocchie della provincia, continueranno anche nelle prossime settimane, nell’ambito di un ciclo di incontri predisposti dall’Arma a favore della cittadinanza locale, d’intesa con la Diocesi e con la locale Prefettura.

vescovo1L’incontro si è tenuto alla presenza del vescovo della Diocesi di Isernia-Venafro, monsignor Camillo Cibotti. “Meritorio – ha sottolineato il vescovo – è l’impegno dell’Arma dei carabinieri che istruiscono le persone anziane che essendo sole in case, vivono anche incontri non sempre nei loro confronti ricchi di accoglienza o di amicizia. Si tratta di una bellissima iniziativa, da non far mancare e da moltiplicare. Perché più se ne parla, più c’è possibilità di sventare alcune situazioni che nuocciono alla realtà finanziaria, ma anche alla salute, sia fisica che psicologica degli anziani.
Importante è anche la realtà del quartiere che dovrebbe ‘adottare’ le persone anziane sole, affinché possano avere sempre un punto di riferimento e non si sentano abbandonate. Penso che una delle cose più sgradevoli e pericolose sia sentirsi soli e abbandonati da tutti. Invece, quella che è anche un’azione della Chiesa, come realtà locale, è quella di far sentire tutti in una famiglia. Papa Francesco – ha ricordato – ci ha infatti abituati a dire che la Chiesa è famiglia. E quindi Dio non voglia che proprio noi poi venissimo meno a questa azione di vera carità che è quella di accompagnamento, di presenza, di vicinanza a queste persone che hanno un vissuto. Sono persone che hanno una loro storia. E che adesso possono ancora di più darci delle ragioni per stargli vicino. Perché loro diventano la memoria vivente di un passato. E questo passato che vedeva più legati i quartieri, i condomini, oggi sembra non più riproponibile. E allora farli risentire accolti e ascoltati pensa sia l’azione migliore che si possa fare”.

Deb.Div.

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