HomeNotizieCRONACAIsernia, Crac Di Mario: sequestrati appartamenti, ville, e locali commerciali

Isernia, Crac Di Mario: sequestrati appartamenti, ville, e locali commerciali

I sigilli della Guardia di Finanza sono scattati per 165 immobili, due dei quali ad Agnone, intestati a persone collegate al gruppo societario che fa capo all’imprenditore originario del capoluogo pentro arrestato nel 2011 per bancarotta fraudolenta


ISERNIA. Ville, appartamenti e locali commerciali: sono 165 gli immobili che il Nucleo Speciale di Polizia Valutaria di Roma ha sequestrato in tutta Italia e anche in provincia di Isernia, precisamente ad Agnone. Beni riconducibili a 25 persone, tutte già rinviate a giudizio per bancarotta fraudolenta e preferenziale, a vario titolo collegate al gruppo societario riferibile all’imprenditore originario di Isernia Raffaele Di Mario, ex presidente dell’Asd Pomezia calcio e proprietario del polo alberghiero ‘Hotel Selene’, sito nel comune della provincia di Roma. 

raffaele di marioIl costruttore molisano, definito da Domenico Lusi nella sua inchiesta sull’Espresso , nel 2012, “un anonimo carpentiere di Isernia che in appena dieci anni diventa un piccolo Berlusconi”, nel 2004 comprò per 34 milioni di euro Palazzo don Sturzo all’Eur, per 40 anni storica sede del partito della Democrazia Cristiana. Venne arrestato nell’aprile del 2011 per un crac di 52 milioni di euro, relativo ad una sola società della holding, dal quale, a cascata, si generò un vorticoso e pressoché immediato effetto domino sulle restanti 10 società tutte dichiarate fallite dal Tribunale fallimentare di Roma, pochi giorni dopo l’arresto. Dalle indagini venne accertato che tre banche di interesse nazionale e una società di factoring, con la complicità degli esponenti del gruppo imprenditoriale poi fallito, sottrassero illecitamente risorse destinate al pagamento dell’IVA per soddisfare propri crediti, altrimenti difficilmente recuperabili.

“Il meccanismo escogitato – ricorda la Guardia di Finanza in una nota odierna – era basato sulla previsione che il Gruppo imprenditoriale, sull’orlo del fallimento, avrebbe conferito l’attivo – consistente in immobili e beni – in un fondo immobiliare di una società di gestione, al fine di continuare a ricevere finanziamenti dalle banche, che in questo caso li avrebbero concessi in favore della nuova Sgr e non più al Gruppo noto ormai come ‘cattivo debitore’. L’Iva dovuta dalla Sgr, per oltre 31,6 milioni di euro, generata in conseguenza della cessione degli immobili al fondo, invece di arrivare nelle casse dell’Erario, venne artificiosamente dirottata verso le banche, perfettamente consapevoli dello stato di decozione finanziaria in cui versava il Gruppo, che in questo modo hanno ripianato precedenti esposizioni debitorie del Gruppo”.

Alla luce degli elementi che compongono il quadro accusatorio, che costituisce l’architrave sul quale poggia il dibattimento previsto a breve, il gup del Tribunale di Roma ha emesso il provvedimento di sequestro conservativo di immobili che rientrano nella disponibilità degli imputati, a vario titolo ritenuti responsabili del dissesto finanziario che ha coinvolto le società collegate tra loro, fino alla concorrenza del danno patrimoniale cagionato dalle condotte illecite accertate e loro ascritte, pari ad oltre 322 milioni di euro, a fronte dell’ammontare del passivo fallimentare complessivamente quantificato in oltre 250 milioni di euro.

Le operazioni di sequestro sono state eseguite nelle province di: Isernia, Roma, Milano, Torino, Venezia, Verona, Imperia, Livorno, Lucca, Perugia, Teramo, Reggio Emilia, Lecco, Modena, Rimini, Parma, Pescara, Massa Carrara, Lodi, Novara, Savona, Aosta e Pavia.

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