HomeNotizieCULTURA & SPETTACOLIL’antico rituale de ‘Gl Cierv’ rivive a Castelnuovo al Volturno

L’antico rituale de ‘Gl Cierv’ rivive a Castelnuovo al Volturno

L’appuntamento con uno degli eventi più attesi del Carnevale in Molise è in programma domenica prossima, 26 febbraio, nel piccolo borgo della provincia di Isernia


CASTELNUOVO AL VOLTURNO. Un rito che si perde nella notte dei tempi e che ogni anno si rinnova con la stessa forza e la stessa suggestione. E’ ‘Gl’ Cierv’, da sempre uno degli eventi più attesi del Carnevale in Molise. L’appuntamento, come di consueto è fissato a Castelnuovo al Volturno e quest’anno si terrà domenica 26 febbraio. Il piccolo borgo della provincia di Isernia si prepara ad accogliere centinaia di visitatori che verranno accolti a partire dalle ore 16.30 con l’esibizione del gruppo folk ‘La Teglia’ di San Polo Molise, nella piazza del paese.

Il momento clou della manifestazione avrà invece inizio alle ore 18.30. Bisognerà infatti attendere il tramonto per trasformare la piazza nel palcoscenico della pantomima che coinvolge molti abitanti, sia come protagonisti sia come figuranti. Le prime ad irrompere sulla scena saranno le janare, che muoveranno i passi cadenzati di una danza angosciante. Dopo di loro, con un incedere lento, ieratico, arriveranno gli zampognari. Le loro tradizionali melodie chiuderanno, alla vigilia della Quaresima, la ‘stagione dei suoni’, iniziata nel periodo di natalizio. Musica che d’improvviso verrà interrotta da un grido accorato a ripetuto: “Gl’ Cierv! Gl’ Cierv!” uomocervo

La maschera arriverà nella piazza, gridando la sua ferocia, distruggendo tutto ciò che incontrerà nella corsa folle e sfrenata che la sua indole selvatica sprigiona. Al suo fianco ci sarà la Cerva, minuta, ma non certo meno aggressiva. Il paese sconvolto, travolto dalla violenza, sarà incapace di reagire al cospetto delle Bestie. Ad affrontarle saranno prima Martino, una sorta di folletto, e poi il Cacciatore che, invece, colpirà le bestie con due colpi di fucile, uccidendole. Ma il mito non può morire. E per questo si chinerà su di loro soffiandogli nell’orecchio l’alito della vita, purificandoli. E mentre il Cervo e la sua compagna lasceranno il paese per tornare alla montagna, verrà acceso un grande falò a cui farà da corona la danza delle janare.

La pantomima è la parafrasi del significato primordiale del carnevale, l’antichissimo mito dionisiaco, nel quale il passaggio delle stagioni è simboleggiato in maniera cruenta, dove, per la rinascita della natura, è indispensabile una morte sacrificale; e al tempo stesso è la figurazione di ciò che da sempre sconvolge l’animo umano: le radicate paure per l’irragionevole, l’incomprensibile, la violenza selvaggia della natura che sovrasta e, a volte, travolge.

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