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Gam e Zuccherificio, tensione in Consiglio regionale

Protesta dei lavoratori fuori e dentro i cancelli di Palazzo D’Aimmo. Domani nuovo vertice al Ministero dello sviluppo economico sulla filiera avicola molisana, mentre si aprono le offerte al bando di vendita dei beni mobili dello stabilimento termolese


CAMPOBASSO. Gam e Zuccherificio del Molise, momenti di tensione in Consiglio regionale, con i lavoratori che hanno presidiato oggi i lavori dell’assise di via IV Novembre, alla vigilia della nuova riunione sulla filiera avicola molisana che si svolgerà domani a Roma, al ministero dello Sviluppo economico. E dell’apertura delle buste sul bando di vendita dei beni mobili dello Zuccherificio.

Davanti alle porte del cancello di Palazzo D’Aimmo, poi nei banchi del pubblico, alcuni lavoratori della Gam e buona parte dei 69 dipendenti dello Zuccherificio di Termoli, in presidio dal mese di settembre, oggi in mobilità. Lavoratori che continuano a chiedere una ricollocazione alternativa in altre realtà produttive. “Vogliamo lavoro, non ammortizzatori sociali”, hanno urlato mentre in aula parlava l’assessore alle Politiche agricole e vice presidente della Giunta Vittorino Facciolla, chiamato a illustrare, in assenza del presidente Paolo di Laura Frattura, la posizione del governo regionale.

Il chiarimento dell’assessore Facciolla, rimasto a lungo unico amministratore tra i banchi dell’esecutivo, è arrivato dopo l’accorato appello del consigliere Michele Petraroia e l’intervento del consigliere regionale del centrodestra Michele Iorio, primi firmatari delle mozioni sull’argomento. Petraroia ha fatto riferimento all’Area di crisi, sia quella complessa che quella del Basso Molise, invitando a distinguere tra i fondi destinati alle imprese, quindi al rilancio del comparto industriale, a quelli da destinare ai lavoratori come sostegno al reddito. Prima che per loro si trovi la ricollocazione lavorativa attesa da tempo. 

Ad oggi, ha aggiunto Petraroia, a un appunto ufficioso dell’Inps di 2.800 lavoratori, la Regione non ha adottato alcun atto pubblico di riconoscimento della profilazione, necessario per assegnare ai lavoratori i benefici previsti per le Aree di crisi. “Non aiuta la rinuncia della Regione ad aprire una vertenza con il Governo – ha concluso il consigliere – che deve risarcire il Molise del taglio di 145 milioni di euro sui fondi europei 2014-2020 e destinare parte di quelle risorse alle politiche attive del lavoro”.

Delle due vertenze la questione Gam, ha chiarito Facciolla, è di più semplice soluzione. Innanzitutto perché è stata trovata l’azienda, “un player straordinario come Amadori-Agricola vicentina”, che si è candidata per rilanciare la filiera avicola del Molise. Mettendo sul piatto un’offerta importante, oltre 9 milioni di euro. Domani, a Roma, l’azienda dovrebbe presentare il progetto industriale. Resta il nodo dei lavoratori, quanti dei 480 dipendenti potranno essere coinvolti nella produzione. “Ci auguriamo tutti”, ha detto Facciolla. Nel frattempo per loro è arrivata la proroga degli ammortizzatori sociali.

Più complessa, invece, la questione Zuccherificio, perché le aste pubbliche per la vendita dello stabilimento termolese sono andate finora tutte deserte. “Lo Zuccherificio al momento non è nella disponibilità della Regione – ha chiarito l’assessore – che può solo auspicare l’interessamento di un imprenditore a rilanciare l’attività o a riconvertirla. Non possiamo infatti pensare a compartecipazioni che sono fuori della norma e che comporterebbero un ulteriore richiamo da parte della Corte dei conti, che più volte ha avanzato l’appello a dismettere le partecipate”.

“Abbiamo sottoscritto un accordo – ha chiarito ancora Facciolla – che ci impegna a pubblicare entro il 31 marzo 2017 i bandi per l’autoimpiego e per l’integrazione al reddito dei lavoratori e siamo pronti a investire i nostri fondi Fesr, che facciano da moltiplicatore per finanziamenti nazionali. Ma anche pensare a una riconversione dell’attività non è semplice – ha concluso l’assessore – visto che il nostro Piano rifiuti impedisce di dar vita ad attività impattanti”.

Parole che non hanno convinto i lavoratori dello stabilimento termolese. Che non vedono prospettive. “Non ce la facciamo più, non sappiamo cosa dire alle nostre famiglie. Finora ci hanno fatto solo promesse, ci sentiamo abbandonati al nostro destino”, hanno dichiarato. Annunciando l’intenzione di proseguire la protesta.

Molti hanno più di 50 anni e sanno che trovare un altro impiego non è facile. Se non con un intervento pubblico. La ricollocazione lavorativa più volte garantita. Intanto anche per loro quella di domani è una data importante, visto che verranno aperte le offerte al bando di vendita dei beni mobili dello Zuccherificio. “Non sappiamo molto – hanno concluso – ma sappiamo che alcune buste sono pervenute. La nostra speranza è che qualche imprenditore voglia investire su tutto il sito e non comprare solo le attrezzature”.

Carmen Sepede

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