Sindaco in ‘bilico’ a Rionero Sannitico: presentata la mozione di sfiducia

Il mancato coinvolgimento nelle scelte e il rischio di un nuovo dissesto alla base delle motivazioni del documento firmato da cinque consiglieri comunali


RIONERO SANNITICO. Programma elettorale disatteso, gestione ‘poco democratica’ dell’ente e il rischio di un nuovo dissesto finanziario. In sintesi sono queste le motivazioni alla base della mozione di sfiducia nei confronti del sindaco di Rionero Sannitico Tonino Minichiello, sottoscritta da cinque consiglieri comunali, che verrà messa ai voti nel corso della prossima seduta dell’assise civica.

Fratture a quanto pare ormai insanabili quelle con l’ex vicesindaco Arnaldo Rossi, primo firmatario della mozione insieme all’altro esponente della maggioranza Giuseppe Fioritto e ai rappresentanti della minoranza Nicolino D’Amico, Carla Miraldi e Paolo Potena.

Diverse le contestazioni all’operato del sindaco in questi quasi tre anni di mandato. E tante le criticità evidenziate nella gestione dell’ente. Sotto accusa è finita anche la decisione (autonoma) del primo cittadino di trasferire la scuola nella sede del palazzo municipale.
“Una scelta – si legge nella mozione – che ha determinato il trasferimento degli alunni in una struttura priva dei requisiti essenziali dimensionali, igienico sanitari e di sicurezza, necessari per consentire il regolare svolgimento delle attività didattiche, con il con conseguente decadimento e degrado delle attività scolastiche”. E, per i consiglieri, disagi si stanno determinando anche per i dipendenti dell’ente e per gli utenti.

Contestato poi anche il mancato impegno per un concreto sviluppo del paese da parte di Minichiello. Per i firmatari della mozione è per esempio emblematico il fatto che, pur avendo a disposizione il preliminare del Piano Regolatore “nessun passo avanti è stato fatto – sottolineano – per la redazione del nuovo strumento urbanistico che potrebbe veramente dettare delle linee di sviluppo indispensabili per il rilancio del paese e per un adeguato recupero urbanistico del centro e delle frazioni, decantato dal sindaco nel suo programma elettorale per il rilancio del turismo”.

“Il Consiglio comunale – si legge infine nella mozione – non può ulteriormente assistere passivo, solo per tutelare egoisticamente la propria sopravvivenza, ad un così grave degrado senza farsi complice di una inaccettabile inerzia delle Istituzioni, a tutto danno della comunità e dei cittadini che in noi hanno riposto le proprie naturali esigenze ed aspettative per una crescita culturale e sociale del paese e per essere amministrati in modo democratico e nel rispetto delle norme”.
Da qui la richiesta della convocazione di un Consiglio in seduta straordinaria per mettere ai voti la mozione.

Pba