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Appalto per le pulizie a Molise Acque, dubbi di Petraroia sui criteri per vincere la gara

Il consigliere regionale punta il dito sulla difficoltà che vivono le imprese locali, non in grado di garantire il fatturato di 216mila euro inserito tra i requisiti richiesti


CAMPOBASSO. Appalto per il servizio di pulizia nelle sedi di Molise Acque, il consigliere regionale Michele Petraroia ha scritto al governatore Paolo di Laura Frattura e al commissario straordinario di Molise Acque Massimo Pillarella, oltre che al prefetto di Campobasso Maria Guia Federico.

Una richiesta di chiarimenti, quella che Petraroia ha fatto, relativa ai requisiti richiesti alle ditte che parteciperanno alla gara, per un importo a base d’asta di 198mila euro: un fatturato annuo di almeno 216mila euro, l’aver gestito un appalto o un affidamento nel triennio 2014/2016 per almeno 106mila euro. Requisiti da capire se vincolanti per ogni singola impresa, anche in caso di raggruppamento o consorzi.

In attesa dell’informativa Petraroia ha puntato il dito sulle difficoltà che vivono le imprese molisane del settore delle pulizie, alle prese con il trasferimento dei principali appalti pubblici dagli Enti pubblici regionali e locali al sistema Consip, “dove le soglie di sbarramento alla partecipazione alle gare sono talmente alte che al di là della Romeo Gestione, dei grandi consorzi nazionali e pochissime altre imprese, è improponibile accedere”.

“Situazione – ha aggiunto il consigliere – che ha comportato la trasformazione di buona parte delle aziende locali di pulizia in imprese di piccolissime dimensioni, costrette a lavorare quasi esclusivamente con il sistema dei sub-appalti a prezzi stracciati e con margini di sussistenza. In pratica le grandi cordate si aggiudicato i macro-lotti messi a gara dalla Consip e lucrano guadagni senza eseguire materialmente i lavori, che vengono affidati ad una catena di sub-appalti su sub-appalti”.

“In tale condizione – conclude Petraroia – è raro se non impossibile che ci siano imprese locali con fatturati annui superiori a 216.000 euro per almeno tre esercizi ed è difficile, se non proibitivo, che ci siano singole imprese locali aggiudicatarie e/o affidatarie di lavori per almeno 108.000 euro”.

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