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Elezioni regionali e firme false, chieste le dimissioni di Colagiovanni e Durante

A sollecitarle, dopo la condanna con il patteggiamento a cinque mesi, il gruppo di Democrazia popolare. Per i consiglieri del M5s la scelta è personale, ma la vicenda rappresenta un monito, affinché le procedure elettorali vengano rispettate da tutti


CAMPOBASSO. Elezioni regionali e firme false a sostegno delle candidature, l’opposizione a Palazzo San Giorgio attacca frontalmente l’assessore alle attività produttive Salvatore Colagiovanni e il presidente del Consiglio Michele Durante, condannati a cinque mesi con il patteggiamento (pena sospesa e convertita in una multa di 42mila euro), insieme ai sindaci di Ferrazzano e Roccavivara, Antonio Cerio e Franco Antenucci.

Per i consiglieri di Democrazia popolare Francesco Pilone e Marialaura Cancellario “il senso delle istituzioni pretenderebbe che i colleghi si dimettessero dai rispettivi ruoli ricoperti”. Nel caso dell’assessore, hanno rimarcato i consiglieri, la cosa implicherebbe “la presa di responsabilità in carico al rapporto fiduciario con il sindaco”. Mentre il presidente del Consiglio Durante, “in virtù dell’altissimo ruolo istituzionale che ricopre ma soprattutto perché persona intelligente, dovrebbe procedere ad un’attenta analisi seria e responsabile, al fine di addivenire ad una giusta decisione senza che nessuno glielo chieda”.

Sulla vicenda sono intervenuti anche i consiglieri del M5s. “Riteniamo che debba essere lasciata alla loro coscienza l’eventuale decisione di lasciare l’incarico – hanno dichiarato i pentastellati – fermi nella convinzione che chi rappresenta i cittadini debba essere d’esempio sempre, a maggior ragione per il rispetto della legge. Mentre ribadiamo esserci motivi e responsabilità politiche molto più rilevanti perché l’intera maggioranza ponga fine a questa amministrazione, così come abbiamo rilevato tempo fa a proposito dell’inefficienza del settore Lavori Pubblici, l’immobilismo in Urbanistica, senza risparmiare Commercio e Cultura. La vicenda giudiziaria per le firme false – hanno concluso i Cinque stelle – dovrà fungere da monito per partiti e movimenti affinché le procedure elettorali vengano rispettate da tutti, diversamente da quanto è stato accertato più volte. Perché una cosa è sbagliare, un’altra è barare”.

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