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Agenzia per lo sviluppo agricolo, via alla nuova governance con l’amministratore unico

Consiglio regionale/ Approvata a maggioranza la proposta targata Facciolla. Federico (Movimento Cinque Stelle) contesta il metodo: la nomina del vertice ora diventa prettamente politica


CAMPOBASSO. Con una maggioranza ormai priva del sostegno di quattro elementi (Petraroia, Niro, Scarabeo e Totaro) è passata ieri in Consiglio regionale la proposta di legge d’iniziativa del consigliere Vittorino Facciolla avente a tema le “Modifiche e integrazioni alla legge regionale che istituisce l’Agenzia Regionale per lo sviluppo agricolo, rurale e della pesca (Arsarp)”.

“L’obiettivo del nuovo provvedimento legislativo – come ha spiegato nell’aula di Palazzo D’Aimmo il consigliere relatore, Cristiano Di Pietro – è quello di migliorare l’assetto di governance dell’Agenzia, snellendo l’impianto organizzativo in virtù della presenza della figura dell’amministratore unico, eliminando la figura del direttore generale e quelle apicali poste a capo dei dipartimenti stessi, con l’affidamento della gestione delle attività ai dirigenti regionali, oppure reclutati attraverso procedure selettive pubbliche”.

“L’amministratore unico si configura quale funzionario onorario – è stato ancora detto nella relazione – in linea con le nuove tendenze di management pubblico, che privilegiano strumenti di gestione flessibili. Lo stesso amministratore, che dovrà avere una comprovata professionalità ed esperienza nelle materie dell’Agenzia, resta legato a questa da un rapporto di ‘funzione’, retribuito con un’indennità onnicomprensiva”. La nuova articolazione delle strutture apicali dell’Arsarp, è stato infine sottolineato, consentirà di concretizzare un miglior raccordo della stessa Agenzia, attualmente commissariata, con la Regione, oltre a una riduzione dei costi dell’apparato organizzativo.

Proprio sul ruolo della governance si è concentrato il dibattito, in assise, con il Movimento Cinque Stelle e il consigliere Vincenzo Niro (che puntava al ripristino dell’organo collegiale del Consiglio d’amministrazione) che hanno presentato 11 emendamenti al testo, la maggior parte dei quali respinti o ritirati in quanto superati a seguito del nuovo assetto di governo dell’Agenzia. Contestato il concetto dell’uomo solo al comando, “un tempo avulso dal centrosinistra” per dirla con le parole di Michele Iorio. La figura dell’amministratore unico, a detta dei contrari all’impianto della legge, determinerebbe un accentramento di poteri in un organo monocratico che taglierebbe fuori la rappresentanza. Contestazioni, queste, respinte al mittente da Facciolla e dal governatore Paolo Frattura, protagonista anche di un duro botta e risposta con l’ex assessore Michele Petraroia.

“La proposta di legge così come immaginata dal consigliere Facciolla – ha detto a isNews il grillino Antonio Federico – e in un primo momento anche dalla Fusco, che poi l’ha ritirata, prevede la sostituzione della figura del direttore generale con quella dell’amministratore unico. Mentre il direttore generale deve avere anche dei titoli per poter essere nominato, l’amministratore unico è una nomina di natura più politica, dunque c’è una discrezionalità molto più ampia. È più probabile, quindi, che chi sarà nominato amministratore unico possa non avere nemmeno i titoli per fare il direttore generale. Abbiamo portato degli emendamenti per restringere le maglie della legge, che poi sono state allargate dall’assessore Facciolla, qualcosa è passato (le elevate competenze  e professionalità per il ruolo da svolgere comprovate da almeno cinque anni di esperienza in incarichi di responsabilità amministrativa, o tecnica o gestionale in strutture pubbliche o private, ndr) e qualcosa no. E si badi che qualcuno aveva pensato anche al ripristino dell’organo collegiale, che significava qui in Consiglio regionale, mera spartizione dorotea delle poltrone”.

Alla fine la proposta di modifica è passata, ma con i consiglieri Scarabeo e Totaro che si sono astenuti su alcuni articoli bocciandone altri e con la netta opposizione di Niro, Petraroia, del centrodestra e dei Cinque Stelle.

Pasquale Bartolomeo

 

 

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