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Frane a Bagnoli, il comitato sprona gli amministratori: “Dimissioni in blocco e riconsegna fasce al Prefetto”

L’esortazione provocatoria nel contesto della manifestazione di protesta organizzata dal Comitato spontaneo bagnolese per chiedere interventi di messa in scurezza delle strade provinciali 


BAGNOLI DEL TRIGNO. È andato in scena a Bagnoli del Trigno l’annunciato sit-in di protesta, dai toni pacifici, finalizzato ad accendere i riflettori sul cattivo stato in cui versano le strade provinciali molisane e organizzato dal Comitato spontaneo, rappresentato dal portavoce Franco Mastrodonato. Diversi gli amministratori intervenuti, in particolare da Bagnoli, Salcito e Civitanova. Il comitato ha esortato loro, unitamente alla Provincia di Isernia, “ad assumere misure di protesta maggiormente incisive e d’impatto, come la consegna della fascia al Prefetto e finanche le dimissioni in blocco. Solo così facendo la protesta potrà avere una risonanza maggiore, che travalichi il caso Bagnoli, per ottenere risultati concreti”. Azioni estreme rivolte al governo centrale, in quanto i mancati interventi per arginare il dissesto del territorio avrebbero origine dall’assenza di fondi trasferiti agli Enti locali, all’indomani della riforma Delrio. Motivo per il quale l’Unione delle Province Italiane ha manifestato a Roma, con in prima linea rappresentanti di palazzo Berta. L’Upi ha rilevato che ben 5.000 chilometri di strade provinciali sono chiuse, mentre il 52% ha un limite di velocità inferiore a 50 km/h perché non sicure. Un caso nazionale, dunque, che però non ferma l’azione del comitato. Anzi, avanti con le legittime istanze. “Il comitato, pur comprendendo le difficoltà degli amministratori, – ha chiarito – rientrando nel merito del caso Bagnoli, comunque chiede: l’immediata messa in sicurezza delle frane in questione; l’avvio di una progettazione per il ripristino della situazione quo ante; il ritiro della delibera della limitazione di velocità a 50 km/h”. Ed ha annunciato: “Le prossime mosse saranno quelle di favorire la formazione di altri gruppi di protesta spontanei, creando una rete finalizzata a dare voce a quanti vogliono battersi per non vedere franare il nostro caro Molise”.

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