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Legge sui tartufi, incentivi al settore. Il limite di raccolta del ‘bianco’ passa a un chilo

Lo annuncia il presidente della Seconda Commissione Salvatore Micone. Modifiche alla proposta di legge Cotugno concordate con le associazioni degli operatori del settore


CAMPOBASSO. Legge sui tartufi, emendamenti alla proposta di legge presentata dal presidente del Consiglio Regionale Vincenzo Cotugno, per dettare una nuova disciplina in materia di raccolta e commercializzazione dei tartufi, in un’ottica di valorizzazione e tutela del prodotto e del territorio.

Ad annunciarlo il presidente della Seconda Commissione consiliare Salvatore Micone, che ha spiegato che le proposte di modifica derivano dalle indicazioni fornite dalle associazioni degli operatori del settore. In particolare, ha chiarito Micone, si è intervenuti sugli incentivi al settore, “rimodulata in un vero e proprio obbligo per la Regione, con la contestuale previsione delle fonti di finanziamento da destinare a tali contributi che vanno individuate nelle entrate provenienti dal rilascio dei relativi tesserini”.

Altra novità l’ampliamento dei beneficiari dei contributi. Nella sua formulazione originaria solo le associazioni dei cercatori, ora anche le associazioni degli operatori del settore, coinvolgendo pertanto anche le altre associazioni.

In linea con altre regioni italiane, poi, è stata portata in legge la previsione di un incentivo economico in favore dei proprietari di fondi che adottano azioni di conservazione, sviluppo e riproduzione del tartufo invece di abbattere gli alberi, mentre è stata snellita la normativa inerente le tartufaie controllate e coltivate.

“Sulle date di raccolta – ha chiarito Micone – si è intervenuti per rendere elastiche le norme di riferimento che permetteranno di modulare le date in base alle diverse stagioni e alle caratteristiche climatiche ed ambientali, fermo restando un divieto assoluto di raccolta non inferiore a 15 giorni e con eliminazione delle limitazioni alle giornate di raccolta. Anche sul commercio del tartufo fresco sono stati apportati dei correttivi”.

“Il divieto di commercializzazione del tartufo nei periodi vietati dalla legge regionale – ha aggiunto – riguarda esclusivamente il tartufo fresco proveniente dal territorio regionale, ferma restando la possibilità di commercializzare quello proveniente da territori in cui nel periodo di riferimento non sussiste un divieto. Questo in piena armonia con i principi comunitari di libera circolazione delle merci. Sul quantitativo di raccolta, pur nel rispetto delle disposizioni normative della legge quadro, è stato apportato un correttivo che va ad ampliare il limite giornaliero di raccolta pro capite, portandolo ad un chilogrammo per il tartufo bianco e a tre chilogrammi per tutte le altre specie”.

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