Tagli di risorse alle Province e difficoltà a garantire i servizi. Il grido di allarme di Battista e Coia

Difficoltà ad approvare i bilanci. I due presidenti non ci stanno e accusano il Governo di mettere gli enti di Campobasso e Isernia in condizione di non poter garantire i servizi ai cittadini e la loro sicurezza


CAMPOBASSO. Mancato accordo con il Governo e tagli delle risorse per gli enti locali hanno messo e stanno letteralmente mettendo in ginocchio le Province italiane. Una situazione drammatica, quella denunciata all’unisono dai due presidenti delle Province di Campobasso e Isernia, Antonio Battista e Lorenzo Coia, ieri in conferenza stampa a Palazzo Magno, nel capoluogo di regione. Con loro dirigenti di entrambi gli enti,  il consigliere delegato Vincenzo Sabetta e la consigliera Maria Laura Cacellario. In precedenza, diversi sono stati gli incontri a Roma, anche con il Capo dello Stato, il premier, i ministri Padoan e Martina. Quasi tutte le Province, ora, hanno approvato dei decreti presidenziali che fanno la ricognizione sullo stato del bilancio.

 “Abbiamo messo la firma, sottoscritto atti ufficiali, importanti – ha detto Battista –  che abbiamo dato al Governo per dire che quello è il fabbisogno delle Province. Ormai più di 40 di esse non sono in grado di approvare i bilanci. Hanno dato la proroga fino al 30 settembre, però il fatto è che qui non c’è politica, non ci sono scelte da fare con i consiglieri, c’è che non riusciamo a fare manutenzione delle strade, delle scuole, a sistemarle”.

Per Coia i bilanci prorogati a fine settembre sono un primo successo, perché significa che il Governo si è reso conto del contenuto delle ricognizioni presentate. “Per la Provincia di Isernia – ha spiegato –  c’è 1 milione e 368mila euro in meno per poter pareggiare il bilancio; 4 milioni e 400mila di disavanzo per quella di Campobasso. Due enti – ha continuato – che vanno in dissesto finanziario, ma non per nostra incapacità o per cattiva gestione, semplicemente perché un prelievo forzoso da parte del Governo ci priva delle nostre risorse”.

“Abbiamo ancora un aplomb molto responsabile – ha evidenziato Battista – altrimenti avremmo dovuto prendere provvedimenti più drastici, ma io mi riservo di farlo più in là, se lo scenario non cambia. Certo è che la situazione è insostenibile e mi dà molto fastidio la contrapposizione tra le Province e il Governo per sollecitare un diritto che è non delle Province, ma delle persone ad avere la garanzia dei servizi: ad esempio  strade sicure senza buche e frane, e non so come faremo a mantenerle libere quando inizieranno le piogge”. Battista ha rimarcato di avere avuto la solidarietà dei sindaci,  che comunque hanno difficoltà a spiegare alle persone perché non si riesce a fare manutenzione, a sfalciare l’erba o altro. “Loro devono garantire servizi ai propri concittadini – ha detto ancora con amarezza – anche noi li dovremmo dare, ma non siamo in grado di farlo e non certo per una nostra mancanza politica o amministrativa”.

Quindi Coia ha portato esempi concreti, anche a Roma. “Isernia – ha spiegato – è la provincia più piccola d’Italia. Da parte dello Stato abbiamo un’entrata complessiva, tra le varie voci di capitolo, di 9 milioni di euro; abbiamo un prelievo forzoso di 8 milioni e 700mila euro; praticamente il fondo di solidarietà nazionale per Isernia è di 217mila euro. Questo significa – ha proseguito – che non siamo assolutamente in grado di andare avanti, perché risorse proprie non ne abbiamo, siamo piccoli e le spese e le imposte sono quelle che sono. Abbiamo bisogno di garanzie. Nei decreti presidenziali sottoscritti abbiamo fatto presente, chiaramente, che non siamo in grado di garantire l’esercizio minimo indispensabile dei livelli di servizio relativi alle funzioni fondamentali di nostra competenza”.

I presidenti delle due Province molisane chiedono che sia data loro la possibilità di garantire la sicurezza stradale, la sicurezza agli studenti delle scuole superiori. “Siamo parte costituente  dello Stato – hanno ribadito – il referendum non è passato”. Al Governo hanno ricordato, insieme agli altri colleghi di tutta Italia, che non percepiscono indennità, prebende o altro e che i 69 milioni risparmiati per questo a livello nazionale vengano restituiti alle Province in termini di servizi ai cittadini. Una battaglia, insomma, per la dignità costituzionale e per i diritti dei cittadini.

“In questi giorni – ha concluso Coia – nella Provincia di Isernia, si sono avuti degli avvisi di garanzia per alcuni funzionari, per problemi relativi alla segnaletica stradale, a una cattiva manutenzione delle strade. Ebbene, non vogliamo essere incriminati per omicidio colposo a causa di mancata manutenzione delle strade o, come è successo al presidente della Provincia di Pescara, per disastro colposo in relazione ai fatti di Rigopiano. E tutto questo semplicemente perché il Governo ci ha sottratto le risorse per poter garantire i servizi ai cittadini”.