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Isernia, indagine sul ‘Lotto zero’: tutti i retroscena

Il comitato contrario all’opera illustra i dettagli degli esposti presentati e si dice pronto ad altri ricorsi. Chiede, inoltre, alla Regione Molise di esprimersi ufficialmente contro la realizzazione dell’infrastruttura viaria


ISERNIA. La procura pentra ha chiesto l’archiviazione del caso. I ricorrenti hanno presentato opposizione. E il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Isernia ha inteso fissare, per il prossimo 20 ottobre, un’udienza in camera di consiglio per decidere il da farsi. Si tratta della questione della realizzazione del ‘Lotto zero’, il tratto di collegamento tra la Statale 17 e la variante Isernia-Castel di Sangro, sollevata da un comitato costituitosi ad hoc per scongiurare la costruzione dell’opera. Di qui diversi esposti in procura, il cui contenuto è stato chiarito dai membri del movimento, nel corso di una conferenza stampa tenutasi nei locali dell’ex lavatoio pentro. Al tavolo: Romano De Luca dell’associazione Caponnetto, Tiziano Di Clemente del Pcl e Celeste Caranci dell’Arci. Quest’ultimo ha evidenziato il tema della lievitazione dei costi dell’opera e ha lanciato l’appello alla Regione Molise. “Si è partiti – ha affermato – da un progetto da 250 mila euro che sono diventati 4 milioni di euro, per una messa in opera stimata intorno ai 170 milioni di euro. Il tutto per realizzare solo 5 chilometri di strada, con otto viadotti e ben due gallerie. Per un flusso di traffico tale da non giustificare un intervento così imponente e dispendioso. A questo punto, anche alla luce delle dichiarazioni rese dall’assessore Nagni, lo scorso maggio, in consiglio sulla contrarietà della Regione all’opera, anticipiamo la preparazione di una mozione volta a impegnare ufficialmente il governo regionale a bocciare la costruzione dell’infrastruttura e mettere definitivamente la parla fine alla vicenda”. Tuttavia, la Regione (come altri enti) aveva già concesso i permessi. Ma il comitato ‘No Lotto zero’ non si scoraggia, anzi rilancia: “Noi mettiamo in discussione anche l’iter procedurale dei permessi – ha proseguito Caranci – sia la Via, che la Conferenza dei servizi e, anche rispetto a quelle decisioni, presenteremo dei ricorsi”. Nel merito degli aspetti giudiziari è entrato poi Tiziano Di Clemente. Questi ha meglio chiarito il contenuto degli esposti, a partire da alcune presunte carenze nella documentazione progettuale. “Abbiamo eccepito – ha detto l’esponente del Pcl – che non esiste un piano del traffico; abbiamo contestato la lievitazione dei costi sin dal 2005; abbiamo eccepito la violazione del divieto di trattativa privata; abbiamo, inoltre, rilevato che per un opera di oltre 20 milioni di euro ci si sarebbe dovuti rivolgere ad organismi esterni e qualificati per la valutazione del progetto; abbiamo contestato il fatto che sarebbero state ignorate le prescrizioni circa la distanza dalle sorgenti di San Martino, come sarebbe stata ignorata l’opzione zero; ossia la possibilità di rinunciare all’intervento. Per non parlare degli omessi controlli sull’aria e sul terreno, ai fini dell’eventuale presenza di reperti archeologici nell’area”. In sostanza, una serie di presunte illiceità sulle quali il comitato ‘No Lotto zero’ pretende chiarezza. “Non escludiamo – ha insistito Di Clemente – di nominare, se possibile, un nostro consulente tecnico”. Infine, il fronte del ‘no’ ha rilanciato l’idea di realizzare due rotonde nella zona di Isernia che insiste su Viale 3 Marzo, ex statale 17, e di tornare a destinare i terreni, vocati all’agricoltura, ad attività produttive.

 

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