HomeSenza categoriaProvince, Isernia e Campobasso ‘vedono’ il default

Province, Isernia e Campobasso ‘vedono’ il default

Anche i presidenti degli enti di Campobasso e Isernia,  Battista e Coia, hanno partecipato alla riunione dell’Upi a Roma e hanno espresso i loro problemi: “Il rischio del predissesto è concreto”


ROMA. “Se non ci sarà un cambio di rotta, attraverso un maggiore impegno finanziario, che parte da Roma, il risultato sarà prevedibile: molte delle Province rientreranno nelle procedure di predissesto”. Lo hanno detto forte e chiaro i rappresentanti delle Province italiane durante la riunione a Roma del Comitato direttivo dell’Upi. Si è fatto il punto su una situazione drammatica, evidenziata a livello locale anche dai presidenti degli enti di Campobasso e  Isernia, Antonio Battista e Lorenzo Coia.

Sotto la lente i decreti di simulazione dei bilanci forniti. Le Province continuano a rivendicare risorse per la sopravvivenza e per poter erogare servizi legittimi sul territorio. Ventotto gli enti di secondo livello, tra cui quelli molisani che hanno presentato i decreti. Tre quelli che si sono limitati a presentare solo una lettera in cui hanno manifestato le loro necessità finanziarie per mantenere in equilibrio il documento contabile.

 Le Province rivendicano risorse per sopravvivere e fornire servizi ai cittadini. Servizi legittimi per cui si pagano le tasse. Un grido d’allarme unanime, quello lanciato, che vuole arrivare alle orecchie del governo centrale.

“Nonostante l’utilizzo di 50 milioni di avanzo di amministrazione, ammonta a circa 161 milioni di euro la cifra scaturita dai decreti presentati dalle Province – spiega il presidente di Palazzo Magno Antonio Battista – a fronte di una promessa da parte del Governo di circa 100 milioni a cui ne vanno detratti 27 da destinare alle Città Metropolitane.

Nel corso del vertice Upi, anche Battista e Coia hanno esposto le loro necessità per poter chiudere i bilanci. “Continueremo con fermezza il nostro impegno politico per scongiurare il predissesto – hanno detto – ma non sarà facile. Ci aspettiamo un impegno più concreto da parte del Governo. Da sole, le Province, non possono farcela”. 

 

 

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