Isernia: Consorzio industriale, gettoni di presenza e compensi nel mirino dei Cinque Stelle

antonio federico

Interpellanza in Consiglio regionale di Federico e Manzo: riflettori sulla gestione economico-finanziaria. In particolare la Provincia pentra paga, ma non ha soldi per strade e scuole


ISERNIA. Uno dei tanti enti pubblici ad aver perso importanza a seguito della crisi economica è il Consorzio per lo sviluppo industriale Isernia-Venafro, il quale ha preso la contestabile decisione, viste le difficoltà economiche di migliaia di molisani, di autoassegnarsi compensi nuovi e pesanti. 

Lo denuncia il MoVimento 5 Stelle Molise, che ha presentato un’interpellanza in Consiglio regionale per verificare la normalità di ciò che sta accadendo al Consorzio stesso. La Regione, infatti, è legata ai Consorzi dalla legge regionale 8 aprile 2004, n.8 la quale regola la gestione di tali enti per le aree ed i nuclei di sviluppo industriale. Si parla di enti in difficoltà, tant’è che il numero di Comuni aderenti al Consorzio per lo sviluppo industriale Isernia-Venafro è sceso da 18 a 7. 

Tra i sovvenzionatori è presente la Provincia di Isernia che però, da tempo, non ha più soldi neanche per gestire la manutenzione di strade e scuole.

A seguito delle elezioni per il rinnovo delle cariche del vertice del Consorzio per lo sviluppo industriale, tenutosi il 10 maggio scorso, sono stati designati dal Consiglio generale il nuovo presidente nella persona del commissario uscente, la sindaca di Pozzilli Stefania Passarelli e il Comitato direttivo formato da 4 sindaci: Luigi Paolone (Sesto Campano), Custode Russo(Monteroduni), Mario Stasi (Macchia d’Isernia), Pasquale Colitti (Carpinone). Inoltre furono assegnati, sempre dal Consiglio generale, i nuovi compensi, composti da 250 euro a ciascun membro del comitato direttivo per ogni gettone presenza e 48 mila euro annui al presidente: soldi pubblici, ovviamente. 

Il M5S, con la sua interpellanza, chiede al presidente della Giunta regionale Paolo Di Laura Fratturase ritiene corretto l’operato del Consiglio generale del Consorzio sia sotto l’aspetto di una prudente gestione economico-finanziaria, sia sotto l’aspetto dell’etica comportamentale. 

Come detto, la Regione è parte in causa, perché oltre a gestire i Consorzi, come previsto per legge, approva i piani economici e finanziari adottati dal Consiglio generale del Consorzio, è chiamata a intervenire in caso di “grave e perdurante dissesto economico e finanziario del Consorzio” e ne copre gli oneri finanziari ogni anno, impegnando risorse del bilancio regionale, quindi soldi dei molisani.