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Cinque Stelle dall’antipolitica alla sfida di governo. Antonio Federico: “Le elezioni si vincono col programma”

L’INTERVISTA/ Il capogruppo pentastellato a Palazzo d’Aimmo parla del ‘totocandidature’ e delle divisioni in casa centrosinistra e centrodestra, anticipando i punti base della proposta che sarà presentata agli elettori. In prima linea, i temi della sanità, dei trasporti, dell’immigrazione e della giustizia, passando per la battaglia per la riduzione dei ‘costi della casta’, che li ha portati a rinunciare al 70 per cento dello stipendio


di CARMEN SEPEDE

CAMPOBASSO. M5s primo in entrambi i sondaggi elettorali, realizzati da ‘Quorum’ prima e da ‘Winpoll’ poi, per sondare l’orientamento dei molisani in vista delle prossime Regionali. Un risultato che di certo fa piacere ad Antonio Federico, capogruppo dei Cinque stelle a in Consiglio regionale e possibile candidato governatore degli attivisti.

“E’ un’indicazione che sicuramente mi gratifica – questo il suo commento, all’indomani della pubblicazione della seconda rilevazione – ma che di certo non può fermare il lavoro di scrittura del programma, veicolato da quello nazionale tenendo conto delle caratteristiche e delle esigenze del Molise. Perché resto convinto del fatto che è sul programma che si misura la capacità di uscire vincitori. Poi leggo in quelle rilevazioni che tante persone non sanno ancora per chi votare. E questo è un dato su cui riflettere”.

Nel sondaggio di Winpoll è stato fatto espressamente il suo nome, insieme a quello del governatore uscente Paolo di Laura Frattura, di Roberto Ruta dell’Ulivo 2.0, di Michele Iorio e Michele Marone dell’area del centrodestra.
“Sono stati utilizzati i nomi più ‘in vista’ della scena politica regionale, il mio sicuramente in considerazione del ruolo che svolgo nell’istituzione regionale e delle battaglie che ho portato avanti in questi anni. Vedermi primo in quei sondaggi certo fa piacere, ma il metodo di individuazione dei candidati del M5s è quello che abbiamo certificato, ed è la votazione on line, che utilizzeremo ovviamente anche per le Regionali”.

Nel sondaggio si registra il calo di consensi del governatore uscente.
Questa cosa un po’ è fisiologica. Si dice che quando si va al governo si perde sempre consenso, ma in questo caso io rilevo anche una mancanza di fiducia nella figura che rappresenta l’istituzione. Questo va al di là del calo di consensi fisiologico. Ed è una cosa che colpisce”.

Centrosinistra e centrodestra oggi sono divisi e questo aspetto è evidenziato anche dai sondaggi, con Frattura e Ruta da una parte, Iorio e Marone dall’altra. Una divisione che avvantaggia il M5s?
“Secondo me spaventa gli altri, più che avvantaggiare noi. E’ quello che dice il gruppo più grande nei confronti di quello più piccolo: se corriamo separati facciamo vincere i Cinque stelle. Un modo per misurarsi nel braccio di ferro e per far tornare all’ovile chi ha deciso di fare una scelta diversa. Perché alla fine sono convinto che molte di queste divisioni si ricomporranno”.

E l’ipotesi di andare a pescare tra i cosiddetti personaggi della società civile, fatta sia dal centrosinistra che dal centrodestra?
“Stanno seguendo una strada che noi seguiamo da sempre, che certo esisteva prima di noi, ma che noi abbiamo certificato. Ma secondo me loro, e mi riferisco soprattutto al centrosinistra, rischiano di snaturare lo spirito di questa scelta, che dovrebbe portare a ‘pescare’ nella base, senza scelte che anche in questo caso possono essere autoreferenziali o autoreferenziate”.

Lei ha partecipato al dibattito che si è svolto a Roma sulla definizione del programma nazionale, nel quale ha veicolato alcuni temi di interesse strettamente locale, dalla battaglia a difesa dell’ambiente alla questione dei trasporti ferroviari e anche urbani, con il caso di Campobasso. Arrivando alla giustizia, con la difesa di una Corte d’Appello per regione, quella di Campobasso, per arrivare al tema immigrazione, col no al centro Hub di San Giuliano di Puglia. Questi sono anche i temi di un possibile programma regionale?
“Certo, sono i capisaldi di un programma individuato a livello nazionale e che ha ovviamente enormi ricadute su un territorio di periferia come il Molise. Sono i grandi temi sui quali incentreremo anche il programma regionale, che sarà arricchito dai tanti contributi che raccoglieremo e sul quale costruiremo la nostra battaglia”.

Poi c’è la questione della sanità
“La sanità è il punto da cui ripartire. Come Cinque stelle chiederemo di apportare subito modifiche al Piano operativo sanitario 2015/2018, approvato con legge dello Stato, come emendamento alla cosiddetta ‘Manovrina’. Lo faremo per cercare di riequilibrare il rapporto tra pubblico e privato, per garantire ai cittadini il diritto alla salute che c’è in altre zone del Paese”.

A breve arriverà in votazione la nuova legge elettorale, con la proposta di iniziativa del governatore Frattura, che ‘supera’ le tre finora presentate. E con la quale avete alcuni punti in comune, a partire dal no al voto disgiunto, ovvero la possibilità di scegliere il candidato governatore di uno schieramento e un candidato consigliere di un altro schieramento.
Noi voteremo esclusivamente la nostra proposta di legge, che è diversa da quella della maggioranza. E’ vero che anche noi chiediamo di abolire il voto disgiunto, perché se noi chiediamo di votare sul programma non è possibile scegliere il governatore in un modo e poi votare magari un amico o un parente, che magari la pensa in maniera completamente diversa. Il nostro sistema prevede poi l’attribuzione di seggi che esclude le liste civiche più piccole. Vogliamo eliminare quel sistema che porta un candidato governatore sostenuto da dieci liste, che eleggono solo il capolista perché era quella la persona che si voleva eleggere e gli altri candidati servivano solo a comporre l’elenco”.

C’è poi la questione dei ‘costi della casta’, le spese della politica troppo alte. Secondo lei quanto ha inciso nella fiducia che il M5s ha ottenuto nei sondaggi la vostra rinuncia a una bella fetta dello ‘stipendio’?
“La rinuncia a una grossa fetta del nostro appannaggio è sicuramente un elemento importante e che magari colpisce l’opinione pubblica, ma non credo sia l’unico dato indicativo del lavoro svolto. Nel nostro caso si trattava di rispettare la parola data. Avevamo detto che avremmo rinunciato al 70% e lo abbiamo fatto, mettendo da parte, io e la consigliera Manzo, circa 500mila euro. Somme che noi vediamo passare sul conto e alle quali rinunciamo, destinate finora al microcredito e ad altre scelte che andremo a fare”.

Un’operazione che qualcuno definisce di propaganda, in una società che ancora soffre gli effetti della crisi?
“Quando si hanno a disposizione 8mila euro al mese o anche di più, si perde il contatto con la realtà. Il Molise, ma più in genere il nostro Paese, è pieno di giovani laureati e preparati costretti ad emigrare perché qui non c’è occupazione e meritocrazia. La politica non può dimenticare queste cose. Come non può dimenticarlo chi fa politica come noi. Prima di diventare consigliere regionale ero uno di quei professionisti, un ingegnere nel mio caso, costretto a andare via da qui per lavorare”.

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