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Rosatellum, la simulazione: ingovernabilità ovunque e il caso Molise

La nuova legge elettorale è un misto di maggioritario e proporzionale che non garantisce la stabilità ma favorisce le coalizioni. Per il Molise, unico caso nazionale, ci saranno 5 seggi totali spalmati in due collegi, dove i due terzi dei parlamentari verranno scelti tramite il sistema maggioritario


di Alessandro Corroppoli

Termoli. Ieri sera, nella sala consiliare del Comune di Termoli, è stata presentata l’infografica su “La nuova legge elettorale 2018”.

Realizzato dalla parlamentare Pd Laura Venittelli in collaborazione con Kcomunicazione, società specializzata in comunicazione pubblica e politica, l’evento si è posto l’obiettivo di analizzare i meccanismi di funzionamento della nuova legge elettorale e i profili giuridici e gli effetti politici grazie alla presenza del professor Marco Olivetti, ordinario di diritto costituzionale all’Università Lumsa di Roma, di Salvatore Borghese, fondatore di Youtrend, sito specializzato in analisi politica, di Marco Meloni deputato del Partito Democratico, Dario Parrini, onorevole del Pd in Commissione Affari costituzionali della Camera e alla Venittelli. A moderare il dibattito Antonello Barone, direttore della  Kcomunicazione.  

“Il voto è un atto di per sé semplice, ma le conseguenze politiche che produce possono essere differenti rispetto al tipo di sistema con il quale lo si esercita – ha asserito Barone – Soprattutto con l’introduzione di un sistema misto maggioritario-proporzionale con voto congiunto”.

Il ‘Rosatellum’ per via del suo primo proponente e firmatario, l’onorevole del Partito democratico Enzo Rosato, è caratterizzato  da un sistema misto maggioritario-proporzionale dove il 36 per cento dei parlamentari verrà eletto nei collegi maggioritari e il restante 64 per cento nei collegi proporzionali.  E’ una legge che favorisce le coalizioni e contiene due soglie di sbarramento per l’entrata in Parlamento: il 3 per cento per le singole liste e il 10 per cento per le coalizioni.  Il Molise avrà un totale di cinque seggi, dove i due terzi degli eletti, a differenza delle altre regioni nelle quali la quota è di un terzo,  saranno scelti tramite il collegio uninominale attraverso una sfida diretta tra i vari candidati.

Marco Olivetti ha spiegato che la nuova legge “da  un lato agevola le forze che sono capaci di coalizzarsi e dall’altro, nei collegi uninominali, favorisce i candidati con una maggiore capacità di presentare un volto  credibile sul loro territorio. Comunque non è una legge costruita per produrre un vincitore la sera delle elezioni, questo è stato escluso si dall’inizio”.

L’elettore avrà sulla scheda tutti i nomi dei candidati, sia quelli del collegio uninominale, sostenuti da liste e coalizioni, che quelli dei listini, collocati accanto ai singoli contrassegni dei partiti. Inoltre, il cittadino elettore avrà un solo voto a disposizione: potrà votare o la lista o il candidato del collegio uninominale.

Sulla stessa lunghezza d’onda Salvatore Borghese, fondatore di Youtrend, sito specializzato in analisi politica, che si sofferma sugli effetti politici della legge. “Alla composizione del Parlamento un grande contributo, ma non decisivo, in termini di premio di maggioranza verrà dato grazie all’effetto del maggioritario sui collegi uninominali, che ne eleggerà il 36 per cento del totale”. Lo stesso Borghese, poi, ha presentato un dossier nel quale è stata simulata un’operazione di voto in base ai numeri degli ultimi sondaggi. In particolare, prendendo in esame il collegio Campobasso-Termoli, che nel 2013 fu ad appannaggio del centrosinistra. Nella simulazione, il collegio in questione passerebbe di mano a favore del Movimento 5 stelle.

Infine, Laura Vennitelli, che dapprima ha ribadito “l’importanza di avere una legge nata dalla mediazione del Partito democratico e votata dai due terzi dell’arco parlamentare” e poi ha evidenziato come con il ‘Rosatellum’ “finalmente i cittadini potranno assistere ad una vera sfida tra candidati e scegliere il migliore, perchè il candidato del collegio uninominale sarà territoriale“. Infine l’onorevole Dem ha concluso affermando che in Molise “due terzi dei candidati saranno scelti  tramite il voto dei collegi a sistema maggioritario”.

 

 

 

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