Economia, il Pil scende e il Molise si spopola sempre più

Fanno riflettere i dati sulla Macroeconomia, forniti dal consigliere regionale Michele Petraroia, che chiede di portare il dibattito in Seconda Commissione, prima dell’approvazione del nuovo Bilancio di previsione


CAMPOBASSO. Macroeconomia, il Prodotto Interno Lordo 2015 nel Molise è stato di 5,9 miliardi di euro, pari allo 0,4% del Pil italiano, con un calo dell’11,3% nell’ultimo quinquennio, che ci colloca in coda alla classifica nazionale.

E’ quello che evidenzia il consigliere regionale Michele Petraroia, che chiede di portare il dibattito in Seconda commissione, anche in vista del fatto che il Consiglio Regionale sarà chiamato a breve ad esaminare sia il Rendiconto Economico 2016 che il Bilancio di Previsione 2018.

“Nel corso di un recente confronto con il presidente della Camera di Commercio di Roma – chiarisce Petraroia –  presso la sede della Confederazione Nazionale Artigianato di Roma e del Lazio, a latere della bella iniziativa di presentazione della ‘Guida del Molise’ predisposta dal gruppo editoriale Repubblica-L’espresso e curata dal giornalista Giuseppe Cerasa, si è determinato un primo scambio di battute sui dati macroeconomici della nostra Regione, oltre ad analizzare possibili protocolli di cooperazione interregionale con una Camera di Commercio, che associa su Roma poco meno di 2mila imprese gestite da molisani o figli di molisani”.

Al 30 settembre 2017, rimarca il consigliere, risultano registrate 35.353 imprese presso la Camera di Commercio del Molise, pari allo 0,6% nazionale, con una netta prevalenza di quelle agricole (10.209 pari al 30,8% del totale) e commerciali (7.662 pari al 23,1%).

Rispetto al 2012 il numero delle imprese cresce dello 0,2% con l’apporto di quelle di servizi di supporto alle aziende (+22%) e nelle attività di alloggio e ristorazione (+8,6%) e in quelle immobiliari (+15,8%). Forte calo nello stesso periodo per le imprese agricole e delle costruzioni, ma anche l’artigianato è calato dal 10,4% attestandosi con 6.669 imprese sul 14,9% delle aziende totali regionali.

Ciò che colpisce è il trend in forte controtendenza del turismo – puntualizza Petraroia – che nel 2016 segna in Molise la più alta flessione nazionale con un dato negativo del 6,5% in meno di presenze a fronte di un aumento generalizzato in Italia pari al 3,1%”.

Per ciò che attiene il mercato del lavoro il tasso d’occupazione è stato pari al 51,9% (dato Italia 57,2%) con una crescita del 4,3% rispetto al 2016 quando si attestava al 47,6%, con un numero di occupati di 106mila unità, in diminuzione di 1.000 sul 2012 e aumentato di 7mila sul 2013”.

Le persone in cerca di occupazione risultano 16mila (mille in meno rispetto al 2015 e duemila in meno sul 2013) con un dato di disoccupazione del 12,8% (Italia 11,7%) a fronte del 15,6% del 2013 e 12% nel 2012.

“La fragilità di questa fase di transizione – rimarca Petraroia – espone il Molise al rischio di non cogliere gli stimoli della ripresa economica in atto accentuando le criticità connesse con il crollo delle filiere del tessile, dell’avicolo, del settore metalmeccanico e del comparto bieticolo-saccarifero. La tenuta occupazionale dello stabilimento Fiat- Fca di Termoli ha limitato i danni, ma il dimezzamento delle unità impiegate nel settore dell’edilizia, ha generato una precarietà di condizione in 5mila nuclei familiari, che sono andati a sommarsi ai 3.500 lavoratori rimasti privi di sostegno al reddito”.

“Il trend demografico – altro dato su cui puntare l’attenzione – segna una diminuzione di 1.578 abitanti al 31.12.2016 e di 4.276 residenti in meno nell’ultimo triennio, al netto dell’aumento derivante dai flussi di cittadini stranieri arrivati in Molise, pari a 12.982 unità nel 2016 con una crescita del 7,9% rispetto al 2015”. In assenza dell’arrivo di immigrati la situazione demografica sarebbe di gran lunga peggiore, in dissonanza con le posizioni di contrasto che periodicamente vengono rilanciate da più punti.

Da qui l’appello al partenariato, ai sindacati e agli imprenditori ad analizzare l’andamento macroeconomico della Regione, avanzando proposte di merito finalizzate a riempire di contenuti le prossime manovre di bilancio annuali e pluriennali, “evitando una contrapposizione sterile fondata su slogan privi di scientificità e orientando le scelte verso oculate, tempestive ed efficaci politiche di sviluppo”.