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Palazzo Orlando chiuso, D’Achille: “Il Comune di Isernia prenda posizione con la Guardia di finanza”

L’immobile sarebbe oggetto di un contratto tra le parti mai perfezionatosi, in quanto pare che le fiamme gialle non sarebbero più intenzionate a trasferirsi. L’esponente dem propone all’amministrazione di riappropriarsi dei locali per collocarvi il Giudice di pace, l’università oppure l’Archivio di Stato


ISERNIA. Amministrazione comunale di Isernia nel mirino del Pd pentro, che lamenta “lentezza e scarsa progettualità”.

In una conferenza stampa della reggenza locale dem, tenutasi presso la Sala Gialla della Provincia, diverse le criticità rilevate e gli appelli lanciati. Sotto la lente, tra gli altri, il destino dei palazzi cittadini e l’allocazione dei servizi, con particolare riguardo per le sorti di palazzo Orlando e dell’edificio di via Mazzini di proprietà della curia.

Ad affrontare nel dettaglio la questione l’ex vicesindaco Maria Teresa D’Achille che subito ha incalzato: “Quella di Palazzo Orlando è una vicenda amara. L’amministrazione prenda subito una posizione nei confronti della Guardia di finanza”.

Poi ha spiegato: “Con l’amministrazione di centrodestra targata Melogli era stato avviato l’iter per la cessione dell’edificio alla Guardia di finanza, poi noi, con il sindaco Brasiello, stipulammo il contratto preliminare e sbloccammo i fondi per i primi interventi di adeguamento. Ma dopo cinque anni il palazzo resta chiuso.

Ci risulta – ancora D’Achille – che la Guardia di finanza non sarebbe più interessata a quell’immobile. Ed ecco che chiediamo che il Comune si attivi immediatamente per accertare la realtà dei fatti e, nel caso affermativo, di procedere alla disdetta del contratto cosicché i locali possano tornare nella disponibilità pubblica ed essere destinati ad altri usi”.

Di qui la proposta: “L’immobile, ad esempio, potrebbe ospitare gli uffici del Giudice di pace, onde evitare il rischio che finiscano in periferia come tanti altri servizi. Potrebbe altresì accogliere nuovamente la facoltà universitaria di Scienze Politiche, in quanto il rettore non ha riscontrato motivi ostativi ad un eventuale trasferimento. E, ancora, potrebbe divenire la nuova sede dell’Archivio di Stato.
Insomma, ci sono diverse richieste – ha aggiunto – ma qui si continua a temporeggiare, per una situazione per la quale potrebbe configurarsi finanche il danno erariale”.

Infine, ma non da ultimo, l’ex vicesindaco è tornata a parlare della sede ex curia vescovile di via Mazzini, evidenziando e rivendicando l’impegno del Pd ai vari livelli istituzionali, a partire dal Governo Frattura, per portare in quei locali la facoltà di Scienze Infermieristiche della Sapienza. “Se ad ottobre sarà possibile tornare in quelle aule – ha affermato – è per la nostra tenacia, insieme alla disponibilità delle parti”.
Poi è tornata sul documento stipulato ad aprile tra Curia ed Asrem che prevedeva anche il trasferimento del servizio di prenotazione, il Cup, in quella stessa sede. E sul punto interroga: “A che punto siamo? Si concretizzerà questo progetto o resterà sospeso? E perché l’amministrazione non interviene?”.

Le istanze e le proposte sono lanciate.

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