Dimissioni di massa, nuova indiscrezione: torna De Vivo, ma niente surroghe

Ugo De Vivo

Il Tar Molise riporterebbe indietro le lancette dell’orologio. All’11 giugno, quando Ugo de Vivo metteva piede per la prima volta nell’aula consiliare di Palazzo San Francesco con indosso la fascia tricolore di sindaco. Questa l’ultima indiscrezione inerente al ricorso pendente presso il Tar Molise per il reintegro dell’assise civica dopo lo scioglimento anticipato per effetto delle dimissioni di massa del centrodestra. I 17 consiglieri dimissionari, paradossalmente, potrebbero vedersi assegnare una seconda volta la poltrona.  A cinque mesi dalla tornata elettorale, in un momento storico difficile per tutto il centrodestra a livello nazionale e soprattutto a pochi giorni dalla sentenza del Consiglio di Stato che sembra aver indebolito ulteriormente la compagine ioriana in Molise, si dovrà capire, dunque, quanto il rinnovato scenario politico locale possa influenzare il ‘nuovo-vecchio’ assetto del Consiglio comunale pentro. In questo quadro, l’ipotesi di nuove dimissioni da parte dei 17 eletti del centrodestra appare molto più difficile, se non impossibile, rispetto al passato. La presa dei partiti si è drasticamente allentata. La sentenza di Palazzo Spada sembra aver corroso le granitiche posizioni dei vertici. E, del resto, immaginiamo ardua l’ipotesi che i consiglieri dimissionari a giugno voltino le spalle alla poltrona una seconda volta. Molti di loro sanno di essere malvisti a causa dell’impopolare scelta fatta mesi addietro provocando il commissariamento dell’ente. Quindi, se le voci che si rincorrono troveranno conferma e se Ugo De Vivo tornerà ad essere sindaco a Palazzo San Francesco, gli ormai ex dimissionari potrebbero restare al loro posto. Infischiandosene dei partiti. A quel punto si tornerebbe allo ‘status quo ante’: con il consesso chiamato a valutare le posizioni di presunta inelegibiltà degli eletti (Gianni Fantozzi, Rosetta Iorio e Giancarlo Chiacchiari). Il Consiglio comunale ‘bis’, pertanto, sarebbe formato, oltre che dai 17 consiglieri di centrodestra, dagli 11 a sostegno di De Vivo. Ai quali, eventualmente, si andrebbero a sommare i 4 che dissero ‘no’ alle dimissioni: Raimondo Fabrizio e Antonio Potena (Pdl); Domenico Di Baggio dell’Udeur e Vincenzo Bucci dell’Adc (poi espulso proprio per le mancate dimissioni). Dunque, maggiore equilibrio rispetto a prima. Senza contare che il primo cittadino, in sede di composizione della Giunta, potrà permettersi di fare scelte di natura prettamente politica. Non per forza tecnica, come quattro mesi fa: alle urgenze ha già pensato il commissario prefettizio Vardè.