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Ransomware Tv: il primo attacco a una Smart Tv

Nuove minacce per i moderni dispostivi digitali: i consigli dell’I-Forensics Team


ISERNIA. Bentrovati. Se pensavate che i virus ransomware avrebbero continuato a infettare solo computer e smartphone, sbagliavate di grosso. Il nuovo anno non è ancora iniziato e su internet è comparsa la notizia che un televisore di ultima generazione, di marca ‘LG’, è stato infettato proprio da questo tipo di malware. L’annuncio, rimbalzato da sito in sito, ha fatto il giro del mondo, seminando il panico tra i possessori delle cosiddette ‘SmartTV’, ossia di quei televisori in grado di collegarsi a Internet e di offrire tutti i servizi tipici della rete.

Per chi ancora non lo sapesse, un ransomware è un virus informatico capace di bloccare i dispositivi che infetta, rendendo illeggibili e inutilizzabili le informazioni che vi sono memorizzate. Per riappropriarsi dei dati, che sono stati ‘presi in ostaggio’ dal virus, il proprietario del dispositivo è invitato a pagare una certa somma di denaro visualizzata attraverso un’inquietante schermata di ricatto. I ransomware hanno imperversato durante tutto il 2016. I cybercriminali hanno, infatti, scoperto come far soldi, in modo rapido e spietato, unendo alle infezioni informatiche gli algoritmi crittografici, normalmente utilizzati per proteggere informazioni importanti. Con i ransomware, dunque, è stata inaugurata una nuova era: quella dei ricatti digitali; delle estorsioni telematiche da attuare a danno non solo di grandi aziende e amministrazioni governative, ma anche (e soprattutto) verso utenti privati, ingenui e per nulla preparati a fronteggiare simili minacce.

Oggi, in rete, circolano decine di varianti ransomware, sempre più efficaci e difficili da contrastare. Quella che ha colpito la SmartTV sembra trattarsi di una versione di ‘Cyber.Police’, conosciuta anche come ‘FLocker’, ‘Frantic Locker’ o ‘Dogspectus’. Il veicolo dell’infezione sembra essere stata una non meglio precisata app (applicazione) utilizzata per visionare film, ma non si riesce ancora a capire se essa sia stata scaricata dal ‘Play Store’ ufficiale o installata tramite altri canali. La SmartTV dell’LG, equipaggiata con sistema operativo Android, è stata completamente bloccata visualizzando un messaggio in cui venivano richiesti 500 dollari per sbloccarla. A nulla è servito seguire la procedura ufficiale reperibile in rete per effettuarne il ripristino. Il cliente, esasperato, ha dovuto rivolgersi solo a un centro di assistenza specializzato, il quale, ha richiesto, a sua volta, la cifra di 340 dollari per ripristinare il televisore allo stato di fabbrica. Tuttavia, data la particolare situazione, il centro di assistenza ha deciso di tornare sui suoi passi e aiutare il povero utente a costo zero. Per questa volta, la vicenda ha avuto un lieto fine, ma ciò che è accaduto dovrebbe far riflettere chi produce elettrodomestici di questo tipo.

Per la prima volta nella storia dell’informatica, un virus di tipo ransomware è riuscito a infettare un dispositivo digitale diverso dai computer e dagli smartphone, dimostrando la preoccupante presenza di falle nella sicurezza degli elettrodomestici intelligenti. La natura digitale di questi dispositivi richiede, ormai, di prevedere adeguati sistemi di sicurezza informatica. Quanto accaduto dimostra anche che chi intende utilizzare simili apparecchiature deve necessariamente conoscere non solo il funzionamento di Internet, ma anche le minacce che vi si annidano. Occorre un’apposita formazione informatica, soprattutto in materia di sicurezza, che non può più essere rimandata, considerando il fatto che gli elettrodomestici di uso comune, capaci di collegarsi alla rete per funzionare ed essere utilizzati, stanno diventando sempre più numerosi, così come coloro che acquistano e utilizzano simili apparecchi senza avere alcuna dimestichezza nell’uso delle nuove tecnologie infotelematiche.

I-Forensics Team

 

 

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