HomeNatura & AmbienteSpatola con anello avvistata sulla costa molisana

Spatola con anello avvistata sulla costa molisana

Il raro esemplare di uccello segnalato da Campomarino a Montenero di Bisaccia


Da inizio estate è stata segnalata più volte la presenza di spatole (Latalea leucorodia) su tutta la costa molisana, a iniziare da Campomarino fino a Montenero di Bisaccia.
La spatola (Latalea leucorodia) è un uccello che si identifica facilmente per il suo strano becco con l’estremità a forma di spatola, appunto. Questo uccello è di dimensioni abbastanza grandi, simili a quelle di un airone, e può raggiungere un peso intorno ai 2 kg e un’altezza di circa 85 cm. Altre caratteristiche distintive sono le lunghe zampe nere e il collo che di solito mantiene piegato a forma di ‘S’. Le spatole hanno un piumaggio completamente bianco in epoca invernale, mentre durante il periodo ‘nuziale’ e in estate presentano una macchia di un delicato colore giallastro alla base del collo e un motivo dello stesso colore nella parte superiore della nuca.

Questa specie è legata agli ambienti acquatici abbastanza estesi con acque basse a profondità costante ed evita laghi profondi o paludi con acqua stagnante e con fitta vegetazione. Si ciba prevalentemente di molluschi, piccoli pesci, crostacei e insetti che riesce a catturare sondando l’acqua e il fondo delle paludi con il becco piatto e largo. Nidifica in colonie su alberi o cespugli soprattutto di salice, ma anche su canneti o direttamente sul terreno. Di solito è il maschio che raccoglie il materiale per il nido, mentre la femmina lo modella costruendo una piattaforma larga e poco profonda. Mediamente vengono deposte 3-4 uova di colore bianco, che la spatola incuberà insieme al maschio per 3 settimane. I piccoli cominciano a volare e a lasciare il nido solo dopo circa 7 settimane.

La spatola presenta uno stato di conservazione non soddisfacente, infatti risulta rara in tutta l’Europa comunitaria. La popolazione europea è stimata in non oltre 3.400-5.700 coppie nidificanti, pari a poco meno del 40% della popolazione continentale complessiva e a non oltre un quarto di quella globale della specie. In Italia era possibile osservarla nei periodi di migrazione o come svernante occasionale, ma dal 1989, anno di accertata nidificazione nell’area del Delta del Po, la si può incontrare durante tutto l’anno soprattutto al nord e in particolare nelle valli di Comacchio.
La popolazione italiana viene classificata come vulnerabile nella Lista Rossa della IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione della Natura). Tuttavia, nonostante non versi in uno stato sicuro di conservazione in Europa perché rara (BirdLife International 2004), la specie è stabile e in aumento in diversi Paesi europei.

In Molise gli avvistamenti del 2016 sono stati abbastanza confortanti a partire da marzo, fino all’ultimo avvenuto il primo di ottobre. In particolare il 16 di giugno l’ornitologo Nicola Norante (presidente del gruppo molisano studi ornitologici) ha osservato un esemplare con un anello identificativo posto su di una zampa. Tali anelli riportano un codice alfanumerico che è stato apposto al volatile nel momento di una cattura per scopi scientifici. Ciò permette di identificarli individualmente a distanza, senza doverli ricatturare nel tempo. La raccolta delle informazioni sui singoli individui è fondamentale per lo studio dei movimenti migratori e dei tassi di sopravvivenza.

L’esemplare osservato nel territorio di Campomarino portava proprio un anello colorato con una sigla riconducibile alla nazione Ungheria. Tramite tale segnalazione all’Ispra è stato possibile risalire ai vari spostamenti che la spatola ha effettuato in questi anni. Infatti, l’individuo è stato inanellato in Ungheria tramite prelevamento in nido nel 2014; successivamente è stato osservato per due volte dopo tre mesi ad una distanza di circa 14 Km dal punto di inanellamento. Nel mese di ottobre 2014 (dopo circa 15 giorni dall’ultimo avvistamento) è stato osservato in Tunisia ad una distanza di circa 1.800 km. Nel 2015 non si sono avute segnalazioni, ma nel 2016 la prima osservazione è avvenuta a San Benedetto del Tronto, dove questo individuo si è spostato compiendo altri 1.000 km dalla Tunisia. Infine, la segnalazione sulla costa molisana che per ora segna l’ultima posizione degli spostamenti migratori che questo individuo ha compiuto dalla sua nascita in Ungheria.

Dottore Ambientale
Alfonso Ianiro

 

 

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