HomeNatura & AmbienteL’Alto Molise e le sue particolari foreste naturali

L’Alto Molise e le sue particolari foreste naturali

Flora e fauna del territorio va dal confine abruzzese segnato dal Fiume Sangro, fino ai paesi che affacciano sul Fiume Trigno: tutte le peculiarità


ISERNIA. Tra i luoghi di maggiore interesse naturalistico e che meglio conservano alcuni aspetti ambientali di notevole pregio, troviamo l’area dell’Alto Molise che va dal confine abruzzese segnato dal Fiume Sangro, fino ai paesi che affacciano sul Fiume Trigno. In tale fascia è possibile rinvenire un mix di caratteristiche naturali, storiche, archeologiche e paesaggistiche uniche nel suo genere, che hanno dato luogo all’istituzione di una delle 8 aree MAB (Man and Biosphere) presenti in Italia.

Dal punto di vista climatologico nell’Alto Molise si registra una piovosità media annua prevalentemente compresa tra i 900 e i 1400 mm (valore riferibile alla zona di Monte Capraro-Monte Campo). In corrispondenza del fiume Sangro e della sezione di chiusura del bacino del torrente Verrino le precipitazioni scendono anche al di sotto degli 800 mm. In questa area le manifestazioni nevose sono essenzialmente connesse con i cospicui afflussi di masse d’aria fredda provenienti dai quadranti settentrionali con direzione nord–est che hanno permesso l’esistenza di piste da sci principalmente da fondo (Comuni di Capracotta e Pescopennataro).

L’aspetto naturalistico di maggior rilievo per l’Alto Molise è senza dubbio quello vegetazionale con la presenza di foreste della regione temperata. In particolare, l’area di riferimento presenta una vegetazione tipica della fascia climatica dell’orizzonte montano e la flora, quindi, è sottoposta ad uno stress da freddo notevole che si protrae per diversi mesi. Alle quote più alte la vegetazione è rappresentata dai boschi della serie del faggio i cui elementi dominanti, costitutivi della predetta serie, sono il faggio e il cerro, mentre altri elementi tipici di questi ambienti sono l’orniello, il carpino nero, l’acero campestre, l’acero minore e il raro ed endemico acero di Lobelius. Per quanto riguarda lo strato arbustivo, insieme ai predetti elementi, possiamo trovare il pungitopo, il corniolo, la rosa canina, il biancospino e il prugnolo.

Oltre ai boschi di faggio e di cerro riveste particolare importanza la presenza di nuclei forestali di abete bianco (Abies alba) puri e misti. Tale importanza deriva dal fatto che queste piante, rimaste in forma relittuale dopo l’ultima glaciazione, si trovano in una rara associazione con il cerro.
Di straordinaria valenza ecologica e paesaggistica sono, infatti, la foresta degli abeti soprani, presente nei comuni di Pescopennataro e Sant’Angelo del Pesco, l’abetina di Collemeluccio, l’abetina di Selvapiana-Vallazuna e di Montecastelbarone e Monte Capraro.

Come sempre la forte biodiversità presente nell’area dell’Alto Molise fa sì che anche la componente faunistica sia degna di nota. Negli ultimi anni si è rinforzata la popolazione di lupo dovuta soprattutto alla presenza della Riserva MAB (Man and Biosphere) di Monte di Mezzo-Collemeluccio, che ha contribuito alla sua espansione. Da segnalare la presenza del gatto selvatico rilegato sempre più in posti di difficile accesso per l’uomo. La volpe è il carnivoro più comune del territorio e non mancano il tasso, la donnola, la faina e la puzzola, mustelidi dalle affermate abitudini notturne. Tra gli ungulati si segnalano il cervo, il capriolo, il daino e il cinghiale. Tra i mammiferi più piccoli sono frequenti lo scoiattolo, il topo selvatico, il toporagno, l’arvicola, il ghiro, la talpa comune e il riccio.

Per quanto riguarda gli uccelli sono molte le specie che popolano i boschi come le capinere, i fringuelli, gli scriccioli, i merli, i pettirossi, i luì piccolo, le ghiandaie, le varie cince, i picchi rosso maggiore, minore e verde, il colombaccio e il ciuffolotto. Tra i rapaci si segnalano la poiana, il nibbio bruno e reale, il gheppio, l’astore, lo sparviero, il biancone, la civetta, il gufo comune e il barbagianni. Negli ultimi anni ha fatto la ricomparsa anche l’aquila reale con esemplari giovani in dispersione o con adulti di passaggio in cerca di nuove aree di alimentazione.
Tra gli anfibi si segnala la delicata salamandrina dagli occhiali, tipico endemismo (e cioè esclusività) del nostro Appennino. Quanto ai pesci, a seconda dei corsi d’acqua ve ne sono di buona varietà. Si segnalano la trota di torrente e il non frequente triotto. Tra i crostacei, ottimi indicatori ambientali, si segnalano il gambero di fiume e il granchio fluviale.

Dottore Ambientale
Alfonso Ianiro

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