La Gru: lo splendido uccello migratore che sta passando sui nostri cieli

Continua il viaggio in Molise alla scoperta delle meraviglie ambientali del territorio


In questi giorni non è difficile osservare di giorno e soprattutto sentire di notte il passaggio delle Gru (Grus grus) sui nostri cieli. Infatti, questi straordinari uccelli migratori dopo essersi riprodotti nel centro e nord Europa e più a est fino a raggiungere l’Asia minore, transita sui nostri cieli in autunno per raggiungere l’Africa settentrionale e orientale.

In Europa alcuni individui svernano nella penisola iberica ed occasionalmente in numeri ridottissimi, anche in Francia ed in Italia. Si sta cercando di reintrodurla in Inghilterra, in Irlanda, Ungheria ed in altre aree anticamente frequentate da questo uccello. In Italia ha nidificato fino all’inizio del secolo scorso, nel periodo antecedente le grandi bonifiche ma si presume mai in numero consistente. Questo uccello è stato da sempre ammirato e descritto fin da Aristotele che lo citava nei suoi scritti naturalistici. Altri popoli nel mondo ne narravano storie, divenute poi legende ed ancora oggi ricordate nelle tradizioni di molti paesi soprattutto asiatici. Infatti, in Giappone offrire un origami che rappresenta la gru, è il miglior augurio per le persone amate.

In Italia la Gru è stata ricordata dal Boccaccio che l’ha citata nel suo Decamerone nella famosa terza novella di ‘Chichibìo e la gru’. Nel mondo sono presenti vari specie di Gru, da noi quella osservabile e unica rappresentante di questo genere nidificante in Europa è la Gru cenerina o Gru euroasiatica appartenente all’ordine dei Gruiformes ed alla famiglia dei Gruidae. Questo è un uccello tipico delle zone aperte erbose paludose e delle torbiere alberate, mantenendosi sempre a poca distanza dall’acqua. Durante lo svernamento si può osservare in lagune, campi coltivati, steppe e lungo i grandi fiumi. 

La Gru cenerina è un uccello di grandi dimensioni anche se non il più grosso fra i gruiformi. Ha una lunghezza di 115 cm, un peso fino a 6 kg ed un’apertura alare di 2 m. Caratterizzata da un capo piccolo, un collo lungo ed un esile corpo affusolato, a terra mostra un’andatura lenta e aggraziata. In volo mantiene tesi il collo e le lunghe zampe, procedendo a colpi d’ala lenti ma vigorosi. Il colore principale della Gru cenerina, come dice anche il nome, è il grigio, arricchito negli adulti da strisce nere e bianche sul collo e sul capo. Sulla testa entrambi i sessi hanno un’area glabra di color rosso vivo che forma un cappuccio caratteristico di questa specie. Anche gli occhi degli adulti sono rossi mentre nella fase giovanile il colore è dapprima brunastro per diventare anno per anno sempre più rosso. Ha zampe lunghissime, robuste e massicce adatte a camminare su terreni sconnessi ed allagati. Inoltre le zampe sono fornite di dita molto allungate e provviste di forti unghie. Il becco è massiccio, appuntito e molto robusto che la Gru usa con forza come un vero piccone per scavare il suolo alla ricerca di radici. La coda folta di piume morbide e cascanti le dona un caratteristico profilo.

Altra interessante caratteristica di questi uccelli è che ogni due anni sono incapaci di volare per alcune settimane in quanto mutano alcune piume (remiganti primarie). In questo periodo, che precede il movimento migratorio, questi uccelli si riuniscono in gruppi anche numerosi, in luoghi inaccessibili ove possono nascondersi e sfuggire ai predatori terrestri. La dieta della gru cenerina è molto varia e va da semi ed erbe, fino a vermi, insetti, anfibi di piccole dimensioni e pesciolini. Una volta all’anno, tra la fine di marzo e giugno, la femmina depone 2 uova in un nido fatto di erbe secche, rametti e giunchi; l’incubazione, a cui partecipano entrambi i genitori, dura circa un mese.

In Italia, come anche in Molise, le gru sono osservabili solamente nei periodi di migrazione in quanto posti proprio sulle rotte primaverili e autunnali. Raramente pochissimi individui hanno svernato anche in Italia (Sardegna occidentale, Sicilia e sulla media costa tirrenica).

Dottore Ambientale
Alfonso Ianiro