La Provincia di Isernia

Giornate frenetiche per cercare di salvare la Provincia di Isernia dalla “scure” dei tagli imposti dalla finanziaria bis varata dal Governo a cavallo di Ferragosto. Il Presidente, Luigi Mazzuto, nelle ultime ore ha incontrato i consiglieri provinciali per decidere sul da farsi. Al termine dell’incontro è stata diramata la seguente nota:

“E’ davvero avvilente ascoltare il discorso che si è scatenato sull’abolizione delle Province. In un Paese in perenne campagna elettorale, chiediamo di smetterla di tirare in ballo le Province nei battibecchi tra maggioranza e opposizione e all’interno degli stessi partiti. Rispetto ai costi della politica delle Province, costi forniti da un’analisi dell’Upi nazionale, teniamo a ricordare a tutti che nel 2010 gli organi politici provinciali sono costati 93 milioni di euro contro i 6,5 miliardi di costo dell’intera macchina politica nazionale. Eliminando gli oltre 7mila consorzi, aziende e società che oggi occupano 24mila persone nei loro consigli di amministrazione si risparmierebbero subito 2,5 miliardi di euro, ventidue volte il presunti risparmio dei costi della politica nazionale”. Così all’unisono il Presidente della Provincia di Isernia, Luigi Mazzuto, il Presidente del Consiglio provinciale Lauro Cicchino e i capigruppo, sia di maggioranza che di minoranza, in una riunione svoltasi presso la sala Giunta dell’ente di via Berta. Un confronto serrato e acceso sulla difesa dell’identità provinciale e regionale. Dopo un animato dibattito i capigruppo hanno deciso di rivedersi venerdì prossimo in attesa degli sviluppi dell’incontro che si terrà domani a Roma nella sede nazionale dell’Upi al quale prenderà parte il Presidente Mazzuto. Dopo tale incontro non è esclusa la convocazione di un consiglio provinciale straordinario in cui, fermo restando le criticità, sarà evidenziata la mancanza di rispetto da parte del Governo verso il Molise. “Abbiamo assistito in questi giorni – ha affermato il Presidente Mazzuto – ad un dibattito sulla cancellazione delle Province intriso di demagogia e di superficialità. Ora, al di là della demagogia, è arrivato il tempo delle proposte serie. Su di esse i Presidenti delle Province saranno al tavolo di chi vuole riformare profondamente l’Italia. La Regione Molise – ha aggiunto Mazzuto – può autofinanziarsi con i proventi della vendita dell’acqua che offriamo alle Regioni confinanti a prezzi irrisori. Anche noi abbiamo diritto a vivere. La nostra politica di solidarietà vorremmo che ci fosse riconosciuta. Chiediamo molto?”

Terminato l’incontro in via Berta, Mazzuto, si è recato a Fermo dove ha incontrato il numero uno dell’ente Fermano anch’esso a rischio soppressione. Al termine dell’incontro è stato, quindi, diramato  il seguente comunicato:

 

Il Presidente della Provincia di Isernia Luigi Mazzuto ha incontrato ieri il Presidente della Provincia di Fermo Fabrizio Cesetti

“Un fronte comune per salvaguardare l’Istituzione Provincia, delegando ad essa le funzioni degli Enti strumentali, e, soprattutto, porre fine ad una campagna di delegittimazione che si protrae da troppo tempo e che limita fortemente la capacità di programmazione. E’ questo il sunto dell’incontro tenutosi presso la sede centrale della Provincia di Fermo di Viale Trento tra il Presidente della Provincia di Fermo, Fabrizio Cesetti, ed il Presidente della Provincia di Isernia, Luigi Mazzuto, due tra le 29 Amministrazioni interessate dall’ipotizzata soppressione, insieme a Vercelli, Asti, Biella, Verbano-Cusio-Ossola, Lodi, Rovigo, Gorizia, Trieste, Imperia, Savona, La Spezia, Piacenza, Massa Carrara, Pistoia, Prato, Terni, Ascoli Piceno, Rieti, Campobasso, Benevento, Crotone, Vibo Valentia, Caltanissetta, Enna, Ogliastra, Medio Campidano e Carbonia Iglesias. Eletto nel 2009 alla guida di una coalizione di centrodestra, il Presidente Mazzuto ha condiviso con Cesetti la necessità di ritirare l’articolo 15 del Decreto Legge n. 138 del 13 agosto scorso, in quanto la soppressione delle Province a Costituzione vigente non è nella disponibilità del Governo e del Parlamento. Nel merito, l’ipotizzata soppressione oltre a non produrre alcun effetto per il risanamento dei conti pubblici, finirebbe per penalizzare i territorio ed i cittadini, atteso che verrebbe meno la capacità di intervenire con una programmazione di area vasta. I due Presidenti concordano con le considerazioni contenute nel dossier realizzato dall’UPI, in particolare sulla proposta del taglio dei 7.000 Enti strumentali (consorzi, aziende e società) che occupano circa 24.000 persone, che impropriamente esercitano funzioni tipiche di Province e Comuni. Eliminarli consentirebbe un risparmio immediato di almeno 2,5 miliardi di Euro, pari a 22 volte quello che si otterrebbe abolendo le Province. E soprattutto, in questo modo, riportando in capo a Province e Comuni funzioni che costituzionalmente loro attengono, si introdurrebbe quell’elemento di semplificazione e razionalizzazione, che è l’obiettivo che lo Stato è chiamato a perseguire. Inoltre, Cesetti e Mazzuto ritengono che si debba procedere all’istituzione delle Città Metropolitane, con l’immediata eliminazione della corrispondete Provincia, realizzando risparmi ben maggior rispetto all’ipotizzata soppressione di 29 piccole Province. Proposte che formuleranno anche durante l’incontro convocato dal Presidente nazionale Giuseppe Castiglione per mercoledì 24 agosto a Roma, al quale prenderanno parte tutti i Presidenti delle Province interessate dal provvedimento del Governo”.

E, proprio oggi alle 15 è prevista a Roma una riunione del Consiglio direttivo dell’Upi al quale parteciperà Mazzuto assieme i residenti delle altre 28 Province a rischio taglio. Un incontro nel corso del quale verrà concordata un’azione Comune per contrastare l’iniziativa Governativa contro le piccole Province. Intanto il tempo stinge sempre di più. L’intenzione del Governo è infatti quella di far approvare la manovra bis in Senato entro il 4 settembre. Eventuali emendamenti, compresi quelli per cancellare le norme contro la soppressione delle piccole Province dovranno essere presentati e fatti approvare necessariamente tutti in Senato. Infatti, dopo l’approvazione al Senato, nel successivo passaggio alla Camera, il testo non sarà più suscettibile di modifiche. Le prossime due settimane saranno, dunque, decisive per conoscere il destino della Provincia di Isernia.