Da questa sera Michele Iorio dovrà guardarsi le spalle. Perché Isernia, la sua città, gli riconsegna un coordinatore provinciale del Pdl praticamente ‘dimezzato’. Luigi Mazzuto ha vinto il congresso, ma di soli 26 voti. Su 1060 iscritti, 357 votanti gli hanno confermato la fiducia. Permettendogli, così, di avere la meglio con il 51,84 per cento sul suo ex vicario, Alessandro Altopiedi (espressione di Filoteo Di Sandro), fermatosi a 331 preferenze, pari al 48,11 per cento. L’assessore regionale alla Sanità, dopo l’intervento choc che aveva demolito le apparenze tutte rose e fiori che ammantavano gli oscuri giochi di potere a palazzo, mette una seria ipoteca sul futuro del partito. Dimostrando al momento, da solo, di pesare nel capoluogo pentro poco meno di Iorio e Patriciello messi insieme. Perché nella lista di Mazzuto figurava più di qualche fedelissimo dell’eurodeputato. Ma la differenza, alla fine, non si è vista. Il governatore avrà da pensare parecchio, stanotte. Le Comunali si avvicinano e, come saggiamente detto dal vicesindaco Celestino Voria, “siamo in ritardo rispetto agli altri e bisogna subito rimettersi al lavoro con le liste”. Rosa Iorio, presente stamani all’hotel Europa, è stata facile profetessa: “Se sarò io la designata, avrò bisogno dell’aiuto di tutti. E il congresso di oggi non mi facilita affatto il compito”. A dimostrazione delle sue parole, la preoccupante assenza di Raffaele Mauro, suo potenziale sfidante per Palazzo San Francesco. E, almeno nella fase della discussione delle mozioni, anche di Camillo Di Pasquale, sopraggiunto nel pomeriggio. Sono tanti i pezzi da recuperare, per gli ioriani. Nonostante la sicumera del presidente della Regione, che nel suo intervento ha dichiarato che “non ci sarà patto con nessuno per il secondo turno elettorale”. Per poi gettare acqua sul fuoco, tentando di spegnere la polemica con l’assessore Di Sandro: “Nel Pdl non c’è nessuna guerra in corso”. Forse avrà ragione lui. Ma il congresso provinciale di Isernia conferma quanto già detto su queste colonne: Di Sandro, da oggi, è più forte di prima. E senza di lui, vincere sarà praticamente impossibile.
Pasquale Bartolomeo