*“Provincia si, Provincia no. In questi ultimi giorni le due tesi si sono spesso contrapposte; i favorevoli al mantenimento della Provincia di Isernia, in quanto istituzione territoriale, hanno dato la loro chiave di lettura della vicenda; lo stesso hanno fatto coloro i quali, invece, sono contrari al mantenimento. La verità, probabilmente, sta nel mezzo. Tuttavia, pensare di tornare ad avere un’unica istituzione territoriale, allocata nella città di Campobasso, alla quale chiedere di occuparsi in maniera puntuale e precisa di quelle problematiche con le quali ci si confronta ormai quotidianamente in quella che dobbiamo poter continuare a chiamare Provincia di Isernia, è un passo che ci riporta indietro di quasi mezzo secolo. Coloro i quali pensano che cancellare la nostra identità territoriale, cancellando l’Ente Provincia, sia il modo giusto per tagliare gli sprechi nella Pubblica Amministrazione sbagliano di grosso. Come istituzione, in termini di costo per i cittadini, pesiamo pochissimo, ma la presenza della Provincia ha un significato molto più importante che non deve essere confuso con la tutela ed il mantenimento delle poltrone di consiglieri, assessori o presidente della Provincia. Il significato a cui mi riferisco è quello di poter continuare ad avere sul nostro territorio istituzioni ed uffici che testimoniano la presenza dello Stato anche nella nostra area. Checché ne dicano i soliti delatori – che hanno come motto “tanto peggio, tanto meglio” – perderela Provinciasignifica perdere anche quelle presenze e soprattutto quei posti di lavoro, che in oltre 40 anni di storia hanno fatto crescere socialmente ed economicamente l’area pentra. Immaginate di non poter contare più sulla presenza di tutte quelle istituzioni che hanno contribuito a dare ad Isernia, ed al suo territorio provinciale, una connotazione ed un’immagine che l’ha avvicinata nel tempo prima all’Italia, poi all’Europa. Immaginate la desolazione sociale ed economica che si abbatterebbe sul nostro capoluogo nel malaugurato caso tornassimo alla fine degli anni ’60, quando sulle targhe delle automobili che circolavano nell’area pentra, ma anche nell’alto ed altissimo Molise campeggiavano le lettere CB. Al di la dei campanilismi in chiave automobilistica, mi sento di dire che il ritorno al passato sarebbe un colpo durissimo che il nostro territorio non riuscirebbe a metabolizzare. In sostanza, sarebbe come svegliarsi una mattina e ritrovarsi senza acqua, senza corrente elettrica e senza telefono. Un ritorno al “primitivo” che affosserebbe l’economia del nostro territorio in pochissimo tempo. Qualche mese e il depauperamento sociale ed economico la farebbe da padrone. Spero vivamente che non si arrivi a questo! Mi auguro, invece, che sia solo un brutto sogno dal quale svegliarsi prima possibile. Tuttavia, se le cose dovessero prendere una piega del tutto negativa, mi auguro che la popolazione non resti passiva ad aspettare di veder cancellata la propria identità e compromesso definitivamente il proprio futuro. Auspico, a quel punto, un risveglio del sentimento di quell’autonomia conquistata qualche decennio fa, portato in piazza e gridato a gran voce da tutti, compresi quei “politici” che se ne stanno in silenzio, come se la questione non li riguardasse. Un silenzio assordante che i cittadini, però, ascoltano e memorizzano. È scritto nella Costituzione che “la sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Ebbene la sovranità di 52 comuni, che 1970 si ritrovano accomunati sotto il vessillo della stessa Provincia, deve essere tutela e rispettata; non può essere cancellata in nome di una revisione della spesa pubblica che non tiene conto di quanto sia indispensabile per i cittadini, di qualsiasi area geografica, poter continuare a guardare al futuro con un po’ di ottimismo. La battaglia in difesa della Provincia di Isernia va combattuta tutti insieme, dimenticando il ruolo che si ricopre nella società. Dal canto mio, sarei ben lieto di barattare il posto di assessore provinciale in cambio del mantenimento della nostra amata Provincia”.
*Antonio Tedeschi , Assessore Provincia di Isernia