La spending review e' diventata legge: cancellata la Provincia di Isernia

La sede della Provincia di Isernia

La Camera dei Deputati ha dato via libera nella giornata di ieri al decreto sulla Spending Review che, dopo l’approvazione del Senato, è stato quindi convertito in legge. Nella norma è prevista la cancellazione della Provincia di Isernia che non rispetta i requisiti fissati dal Governo per continuare ad esistere: 350mila abitanti e 2mila 500 chilometri quadrati. L’ente di via Berta, dopo 42 anni di autonomia torna dunque a far parte della Provincia di Campobasso da cui si distaccò nel 1970. Insieme alla Provincia è previsto anche un ridimensionamento di tutti gli uffici periferici dello Stato. I contraccolpi a livello occupazionale ed economico rischiano di essere quindi pesantissimi per il capoluogo pentro che, fino ad ora, aveva basato il suo punto di forza proprio sugli uffici e sul terziario. Persa la battaglia parlamentare, per cercare di salvare il salvabile oramai non restano che due strade: la prima è quella giurisdizionale con un ricorso alla Corte Costituzionale; la seconda è, invece, quella di cercare di far rimanere a Isernia, in fase di riorganizzazione con Campobasso, almeno alcuni importanti uffici pubblici. C’è poi il discorso del capoluogo di Provincia. La legge indica che dovrà esserlo quello con il maggior numero di residenti, ossia, Campobasso ma sono ammesse anche delle deroghe. Anche questo sarà uno degli argomenti clou che dovranno essere affrontati a breve dalla Regione. Ente che dovrà proporre al Governo, entro il prossimo 25 ottobre, una proposta di riordino. E’ chiaro, però, che Isernia senza il ruolo di capoluogo di provincia è destinata ad avere, inevitabilmente, un ruolo politico più debole rispetto a quello attuale. La città pentra, infatti, rischia di ritrovarsi a primavera del prossimo anno, quando si terranno le elezioni comunali, in una situazione inimmaginabile rispetto a solo qualche mese fa, ossia, senza Provincia e con un Consiglio Comunale dimezzato rispetto all’ultimo della consiliatura Melogli. La legge prevede, infatti, che un Comune non capoluogo con gli abitanti che ha Isernia (22mila circa) può eleggere 16 consiglieri e 4 assessori. Quindi ben 24 consiglieri in meno rispetto a quelli che erano stati eletti nel 2007 ed esattamente la metà rispetto a quelli eletti solo a maggio di quest’anno (poi decaduti per lo scioglimento dell’assise civica causato dalle dimissioni degli esponenti del centrodestra). Insomma, la cancellazione della Provincia rischia di avere conseguenze negative su tutti i fronti per Isernia. Una città che, dunque, dovrà reinventarsi da capo un nuovo ruolo, iniziando soprattutto a programmare un modello di sviluppo che sappia valorizzare le proprie potenzialità, a partire da quelle archeologiche, turistiche e ambientali.