Un momento della conferenza stampa

Animali tenuti in condizioni indescrivibili. Degrado umano. Illegalità totale. Questo quanto trovato  dai carabinieri del Nucleo antisofisticazione sanità del Comando della Compagnia di Agnone nel famigerato ‘canile’ di Poggio Sannita, da anni sotto i riflettori per condizioni ai limiti dell’immaginabile. Stamani l’operazione, effettuata in collaborazione con personale medico e veterinario dell’Asrem su delega del procuratore capo della Repubblica presso il tribunale pentro, Paolo Albano. I dettagli sono stati forniti proprio da quest’ultimo in una conferenza stampa, cui hanno partecipato anche il del comandante del Nas Antonio Forciniti  e il dottor Claudio Di Ludovico, dirigente veterinario, responsabile regionale del settore randagismo dell’Asrem. Il canile, totalmente abusivo e realizzato presso un’abitazione privata, è stato sequestrato insieme a 136 cani, di cui alcuni ancora cuccioli. Del caso è tornato a occuparsi anche il tg satirico ‘Striscia la notizia’, che ieri era presente sul posto con un suo inviato. Inenarrabile lo spettacolo che si sono trovati di fronte i militari agli ordini di Forciniti: assoluta mancanza di igiene, scarichi a cielo aperto dei cani nei dintorni del casolare, un ossario con le carcasse di almeno sette animali seppelliti a pochi metri dall’abitazione, bestie malate e ammassate ovunque. Un cane, perfino nel forno della fatiscente cucina, nel tentativo di non farlo trovare ai carabinieri. Ma c’era addirittura una pecora, costretta a nutrirsi del cibo per cani presente ovunque, Solo al piano inferiore dell’abitazione, priva di servizi igienici e di corrente elettrica, c’erano 60 bestie; le restanti al piano superiore. Gli animali vivevano in totale stato di promiscuità insieme alla titolare della struttura, una 54enne già rinviata a giudizio per maltrattamenti sugli animali; il marito della donna e altre due persone. Tutti loro, paradossalmente, ritenevano di prestare un servizio indispensabile per le povere bestie. La donna ora è indagata anche per lesione e uccisione di animali, nonché per inottemperanza dei provvedimenti dati dall’autorità in materia ambientale: il sindaco di Poggio Sannita, infatti, aveva già emesso un’ordinanza nei confronti della 54enne per impedirle di accumulare altri cani nell’abitazione, divenuta un canile degli orrori da quasi quindici anni a questa parte. Gli animali, come spiegato dal dottor Di Ludovico, sono stati affidati a tre strutture autorizzate (Termoli, Roccasicura e Capriati al Volturno)