Un’immagine della tribuna dello stadio ‘Lancellotta’

L’Isernia Calcio potrebbe presto ritrovarsi ‘orfana’ del suo stadio. Il ‘Mario Lancellotta’ di contrada Le Piane, da lunedì, rischia infatti di essere interdetto alla squadra, che nei mesi di luglio, agosto e settembre scorsi non ha pagato il fitto della struttura. La somma, 8mila euro, sarebbe di vitale importanza per le casse comunali, a quanto pare sempre più in profondo rosso. Non a caso il commissario prefettizio del Comune pentro, Annunziato Vardè, ha dato un ultimatum, per iscritto, al presidente Gianni Monfreda: saldare il dovuto, o cancelli chiusi dal 29 ottobre. Una circostanza che comporterebbe, per i biancocelesti, l’impossibilità di allenarsi nello stadio di casa, salvo il pagamento immediato delle spettanze. Ma non è finita. Sarebbero a rischio anche le partite di campionato. Perché l’Isernia, per ogni match da disputare, dovrebbe prima versare 300 euro in favore del Municipio. Quest’ultima ipotesi, data l’esiguità della somma, appare facilmente scongiurabile. Ma è indice di un atteggiamento non proprio rispettoso nei confronti della squadra, da sempre considerata un bene di tutta la città nelle passate amministrazioni. Il commissario però, da tecnico super partes qual è, non fa sconti a nessuno. Dunque, l’Isernia dovrà trovare 8mila euro dentro lunedì, se vorrà continuare ad allenarsi al ‘Lancellotta’. Nonostante l’attuale congiuntura economica, che non rende certo facile anticipare tali somme dall’oggi al domani. In ogni caso, l’atteggiamento di Vardè sarebbe risultato tutt’altro che gradito alla dirigenza, già pronta a correre ai ripari. L’Isernia, difatti, da lunedì starebbe meditando di allenarsi presso il campo sportivo di Sant’Agapito. E non da è escludere, come riferito da ambienti vicini ai vertici, che per protesta la compagine biancazzurra scelga volontariamente di disputare le partite ‘in casa’ presso lo stadio di Capriati al Volturno, in provincia di Caserta.A meno che l’incontro richiesto in via urgente a Vardè dopo che questi ha intimato di pagare i debiti pregressi, non vada a buon fine. In caso contrario, per una città che tra i pochi svaghi per i giovani e le famiglie dovrebbe poter vantare anche lo sport, sarebbe uno smacco senza precedenti. Intendiamoci: i debiti con il Comune vanno saldati. Ma chiedere senza se e senza ma di sborsare 8mila euro in tre giorni appare francamente esagerato, visto che in passato le dilazioni di pagamento avevano sempre permesso alla società di fare fronte al fitto dello stadio. Il commissario prefettizio, è evidente, per quadrare i conti non sa più dove far uscire i soldi. Negli ultimi giorni, pertanto, sta diventando un autentico spauracchio per gli isernini: prima ha richiesto indietro i soldi ai dipendenti municipali dal 2007 a pochi mesi fa perché illegittimamente percepiti; poi, con l’avallo del segretario comunale Lucia Petti, ha paventato possibili licenziamenti per alcuni posti assegnati con concorsi in aperta violazione del Patto di stabilità 2010 e 2011, che vieta di assumere. Ora, dulcis in fundo, ‘minaccia’ anche di chiudere lo stadio all’Isernia e ai suoi tifosi. E così il capoluogo pentro rischia di ritrovarsi anche senza la partita, la domenica, uno dei pochi aggregatori sociali di una città sempre più terra di nessuno. Abbandonata dal governo centrale – che fa la voce grossa con i piccoli e trema di paura di fronte alle grandi realtà – e poco tutelata da una politica sempre meno credibile e interessata soltanto a perpetuare i propri privilegi.

Caravaggio

Pubblicato alle ore 17:11:59