Il senatore Ulisse Di Giacomo

Stavolta ha l’occasione buona per mandare in soffitta chi, per anni, è stato ai vertici del potere. Ma che ora deve scendere dal trono, come per una beffarda nemesi, per effetto di una sentenza, non del voto popolare. Ulisse Di Giacomo ‘archivia’ l’era Iorio. Dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ha annullato le elezioni regionali in Molise, il senatore parla chiaro: “No a riproposizioni di ruoli personali che risultano essere avulsi da un disegno organico e compiuto e corrono il rischio di distruggere una  coalizione che, dopo 10 anni di governo regionale deve ritrovare i motivi che la uniscono nell’esclusivo interesse del Molise e della gente molisana”. Il coordinatore regionale del Pdl si dice “molto sorpreso” del verdetto e afferma di “ritenere” una forzatura giuridica far perdere in tribunale una coalizione che ha evidentemente vinto sul campo. Comunque le sentenze, anche quelle che riteniamo sbagliate, vanno rispettate. Adesso dobbiamo riflettere tutti insieme sul da farsi. Il momento è difficile, sia sul piano economico che su quello politico. Il dato dell’ astensione alle elezioni regionali in Sicilia , con più della metà degli elettori che non si sono recati alle urne, è un chiaro segnale della distanza che esiste oggi tra i cittadini e la politica. Di fronte a questo malessere diffuso, accentuato dal deplorevole e vergognoso comportamento di pochi rubagalline e mariuoli che hanno approfittato della loro posizione per arricchirai alle spalle dei cittadini, la politica ha l’obbligo di dimostrare di saper cambiare, di comprendere i bisogni della gente e di operare nell’esclusivo interesse comune. Ha il dovere – aggiunge Di Giacomo – di intercettare il malcontento e la disillusione, e proporre un nuovo progetto con persone credibili,  serie e di riconosciuta moralità, onde evitare che si ingrossi il partito degli esclusi e dell’antipolitica”.  Appare lampante, tanto da questa nota stampa che da altre recenti uscite, che il senatore isernino di Iorio non vuole più saperne. Ritiene l’esperienza del governatore conclusa e, pertanto, suona la carica per trovare una riscossa difficile, ma non impossibile per il centrodestra. Il suo insistere sui concetti di moralità e credibilità conferma le distanze siderali ormai raggiunte con l’ex amico Michele Iorio, condannato in primo grado per la vicenda Bain & co. e indagato in numerosi procedimenti. I loro percorsi, distinti e separati, passeranno entrambi per la candidatura al Senato. Di Giacomo vuole la riconferma, Iorio il salvagente politico. Chi la spunterà?