Dimissioni di massa, a minuti la sentenza: sperano i 17 primi dei non eletti

De Vivo nel giorno della vittoria al ballottaggio di maggioLa beffa è servita. Isernia non è più un feudo elettorale del centrodestra. Ha vinto Ugo De Vivo. L’avvocato, l’uomo mite, dai modi gentili. L’uomo che ha riportato il centrosinistra alla ribalta ‘in casa’ di Michele Iorio. Sarà lui il sindaco di Isernia. Il ricorso presentato da Giovancarmine Mancini (‘Farfalla tricolore’ per Mauro sindaco), dagli eletti del centrosinistra e da alcuni cittadini elettori contro le dimissioni di massa che hanno provocato lo scioglimento anticipato dell’assise civica di Isernia tramite gli avvocati Vigorita e Fratangelo è stato accolto. Il collegio dei magistrati composto da  Goffredo Zaccardi, Massimiliano Balloriani, e Luca Monteferrante, 29 giorni dopo l’udienza dell’11 ottobre in cui tutti si aspettavano una decisione, ha dunque deciso. La sentenza sarà pubblicata sul sito del Tar Molise, come dichiara l’avvocato Umberto Colalillo, legale del centrodestra, alle 11.30. Se scatteranno le surroghe ci sarà un’autentica rivoluzione in Consiglio comunale. Ecco i nomi di chi entrerebbe.

PDL. Con cinque consiglieri dimissionari su sette, spazio all’ex vicesindaco Celestino Voria, primo dei non eletti con 111 voti, che subentra al posto di Rosa Iorio e assurge, con ogni probabilità, al ruolo di capogruppo, vista l’esperienza alle spalle. A seguire, scorrendo la lista dei ‘berluscones’, largo a Rosario Cardile (107), già consigliere comunale fedelissimo del presidente Iorio, che soffia il posto a Gianni Fantozzi; poi la new entry Maria Maddalena Cocozza (95), parente del presidente della Provincia Luigi Mazzuto, al posto di Stefano Testa; l’ormai quasi certo transfuga del Pdl Roberto Di Pasquale (95), da tempo in rotta di collisione con i vertici del partito, si accomoda sulla poltrona che fu di Raffaele Teodoro; infine, Giuseppe Lombardozzi (già assessore alle Finanze nel primo mandato Melogli), risultea ‘eletto’ con 91 voti al posto di Mario Lastoria. Con loro, nel gruppo ‘azzurro’, continueranno a sedere i ribelli Raimondo Fabrizio e Antonio Potena, che negarono la firma alle dimissioni “per rispetto della volontà elettorale”.  Salvo che, in caso di reintegro del Consiglio comunale, non decidano di seguire altre strade.

ALLEANZA PER IL MOLISE. Fuori Antonio Scuncio, il primo a subentrare sarà Eugenio Kniahynicky (138 voti), rimasto fuori a parità di preferenze con Giancarlo Chiacchiari: in tal caso, infatti, viene eletto in assise il candidato che viene prima in ordine alfabetico. A seguire, Antonio Lalli (130), ex consigliere Pdl, sostituirebbe Pietro Paolo di Perna; poi l’architetto Cosmo Galasso (113), ex coordinatore regionale di Progetto Molise, al posto di Angelica Morelli; infine il disandriano di ferro Domenico Cerrone (110), avvocato, anch’egli uscente del Pdl, al posto di Giancarlo Chiacchiari.

PROGETTO MOLISE. Tra i banchi della ‘maggioranza’, al posto del primo eletto Domenico Chiacchiari, si rivede Giovanni Sassi, ex presidente del Consiglio comunale e storico volto del Pdl, fermatosi a 76 preferenze e da tempo tutt’altro che in sintonia con il governatore Michele Iorio. A seguire, la dottoressa Rita Simeone (76 voti), volto nuovo in assise, che sostituirà Mario Lombardi; infine, sempre nel segno del rinnovamento il giovane Alfonso Ianiro (64 suffragi) al posto di Antonio Furioso.

UDCCiro Cardinale, ‘vittima eccellente’ delle Comunali di maggio, farà un nuovo trionfale ingresso a Palazzo San Francesco dall’alto dei suoi 116 voti a scapito di Mike Matticoli. A seguire, largo all’uscente Remo Castiello (109), dentro al posto di Clelia Iadisernia e al volto nuovo Massimo Celli (100), che conquisterà lo scranno di Andrea Galasso.

ADC. Beffata dopo i riconteggi da Vincenzo Bucci (che non si è dimesso), l’ex consigliera Rita Pilla (86 voti) torna tra i banchi del Municipio pentro al posto di Cesare Pietrangelo.

GRANDE SUD. Fuori l’ex assessore al Bilancio Piero Sassi, dentro Antonino Sozio, già consigliere e assessore regionale.