La sede del Comune di Isernia

Nuove indiscrezioni dal fronte pentro: i 17 dimissionari, stavolta, potrebbero essere sul serio “trombati”. Se si stilasse un documento congiunto e si presentasse al giudice ordinario, i primi 17 non eletti potrebbero ben sperare di sedere a Palazzo San Francesco al posto dei colleghi dimissionari bocciati dal Tar Molise lo scorso 9 novembre. In pratica, il documento consentirebbe ai ‘secondi’ di essere chiamati in Consiglio dato che le dimissioni dei primi 17, seppure non determinando lo scioglimento dell’assise, sarebbero comunque valide prese singolarmente, come stabilito dal Testo unico degli enti locali. Conseguenze imprevedibili, a quel punto, per il centrodestra in virtù del fatto che le procedure delle dimissioni furono dettate dai coordinatori del Pdl Ulisse Di Giacomo e Luigi Mazzuto. Quindi, uno scenario tutt’altro che roseo quello che si prospetterebbe nel caso in cui i primi 17 non eletti decidessero di prendere posizione proprio contro la linea dettata dai propri partiti. Di fatto, però, un’ipotesi da prendere con le pinze data la situazione elettorale molisana. Infatti, se si decidesse di percorrere la strada sopraindicata, si correrebbe il rischio di causare un enorme rottura che vedrebbe ancor più svantaggiata la coalizione del centrodestra alle Regionali e alle Politiche. Tante le ipotesi, la più accreditata e al contempo la più mite, è quella che vedrebbe il primo cittadino Ugo De Vivo togliere le castagne dal fuoco alle seconde linee, valutando, insieme al prefetto Filippo Piritore, se sostituire o meno i dimissionari. Ma, così facendo, De Vivo rimetterebbe la patata bollente nelle mani di colui il quale, stando alla sentenza del Tar, ha provocato lo scioglimento del Consiglio ingiustificatamente, senza che ve ne fossero i presupposti e non tenendo conto della volontà elettorale: ovvero proprio l’ufficiale di governo.

Pubblicato alle ore 8:49