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Cosa fare per il Molise

di Lucio Di Gaetano* 

Lucio Di Gaetano

Il circuito politico-mediatico mette in questi giorni in prima linea lo scontro tra personalità. Lo show tra i candidati alle Primarie del PD a livello nazionale e il gossip quotidiano sul toto-candidato a livello regionale, trasformano la scommessa sul futuro del Paese e della Regione in scommessa sulla persona che dovrà incarnare il ruolo di leader, in una specie di immaginifica corsa alla ricerca del soggetto più telegenico. Purtroppo la realtà è molto più prosaica. Nel 2013 chiunque vinca avrà un’agenda di governo quasi “obbligata” dalle circostanze macroeconomiche e la differenza tra i leader potrà farla solo un fattore: la tempestività nel prendere i provvedimenti dovuti o, viceversa, la resistenza su posizioni di retroguardia e di difesa dell’indifendibile, condita dalla illusoria speranza che i problemi si risolvano da soli. Gli ultimi anni hanno dimostrato che è molto più facile – e meno impopolare – adottare la seconda posizione, attendendo che un Godot romano arrivi a risolvere i problemi. Come tutte le scelte anche  questa ha purtroppo un prezzo: e così, al crepuscolo del 2012, l’autonomia regionale del Molise finisce per essere messa seriamente in dubbio. Sono personalmente convinto che questo processo si possa ancora invertire a patto che chi vinca faccia almeno tre cose essenziali per evitare il baratro. Provo a elencarle:

1)            Il bilancio della Regione Molise deve essere adeguatamente ristrutturato: su un budget annuale di 1,4 mld di euro figurano circa 1,35 mld ascrivibili a spesa cosiddetta “vincolata”, vale a dire danari il cui impiego è già determinato da norme di rango legislativo; il nuovo Governatore, insomma, avrà grossomodo 50 mln all’anno per gestire la Regione. Come si fa? Nemmeno Mago Merlino potrebbe riuscirci. Occorre dunque una immediata e approfondita analisi del bilancio regionale alla ricerca dei possibili interventi di revisione della spesa da effettuare prima di subito: chi in campagna elettorale prometterà fiumi di danaro per questa o quella emergenza senza individuare le fonti di finanziamento, semplicemente, mentirà.

2)            Aziende in crisi, la soluzione non può consistere nell’assistenza: Solagrital e Zuccherificio del Molise sono solo la punta dell’iceberg. Tutto il comparto industriale molisano soffre di uno stress commerciale e finanziario senza precedenti e la Regione dovrà occuparsene senza molti soldi a disposizione. Occorre che il nuovo Governatore abbia un piano d’intervento chiaro e, soprattutto, innovativo. Tanto per cominciare rivedrei gli strumenti a disposizione. Dovrebbe esser chiaro, ormai, che i danari buttati in ammortizzatori sociali e altre misure assistenziali non producono nulla e umiliano anche chi ne fruisce: con le stesse risorse – e attingendo ai fondi comunitari – si possono finanziare i lavoratori e i fornitori che abbiano la voglia e il coraggio di diventare imprenditori al posto di chi ha dimostrato di non saper stare sul mercato. Salviamo l’impresa, insomma, non l’imprenditore incapace.

3)            Ridurre il carico fiscale regionale: la Regione Molise ha adottato l’aliquota massima per tutti i tributi – diretti e indiretti – di cui si avvantaggia. Non è concepibile che un’area territoriale economicamente fragile e sotto la pressione della concorrenza nazionale ed estera sia soggetta ad un handicap così grave. Non ci sono i soldi? Aver aggravato il carico fiscale ha senz’altro contribuito alla crisi di molte aziende locali; crisi per le quali i soldi, a titolo di contributi straordinari o ammortizzatori sociali, gratta gratta, alla fine si trovano sempre: non sarebbe meglio trovarli prima per ridurre le tasse e risolvere il problema a monte?

Quelle che ho sottolineato sono solo tre delle emergenze più immediate; ci sarebbe da fare anche molto altro e, soprattutto, a costo zero per il bilancio regionale. Chiedo allora: nel pieno rispetto delle legittime divergenze politiche tra i futuri candidati, delle alleanze, dei negoziati e delle convenienze di partito, c’è qualcuno che si rende conto che, se non ci si dà una mossa, il Molise finirà per non esistere più? A Palazzo Moffa, tra un vertice e l’altro, c’è qualcuno che ha voglia di occuparsi della Regione?

Se c’è si faccia sentire, per favore, prima che sia troppo tardi.

* Componente Cda Zuccherificio del Molise

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