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La questione dello scioglimento del Consiglio comunale di Isernia e il suo successivo reintegro a seguito della decisione del Tar si sta trasformando in un vero e proprio ginepraio giuridico. Ricorsi e controricorsi delle parti interessate sono oramai pane quotidiano a Isernia. L’ultima novità in ordine di tempo arriva però dai cittadini. Anche loro questa volta sono pronti a scendere in campo. Come? Con una class action. Infatti, Alberto Gentile, esponente del Partito Democratico e cancelliere penale del Tribunale di Isernia ora in pensione, sta, infatti, valutando l’ipotesi di avviare un’azione di responsabilità nei confronti della prefettura di Isernia. Gentile parte dal fatto che, in base a quanto affermato dal Tar, il Consiglio comunale non poteva essere sciolto, pur in presenza delle dimissioni contestuali di 17 consiglieri di centrodestra, prima della convalida degli eletti. Si tratterebbe appunto di una class action volta ad ottenere una sorta di risarcimento in quanto i cittadini hanno dovuto subire e sobbarcarsi i costi di un commissariamento che, appunto secondo il Tar, non avrebbe dovuto esserci. Ma l’esponente del Pd non si ferma qui. Sta valutando anche un altro aspetto. Come noto, il ministero degli Interni ha avviato l’iter per il ricorso in Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar che rimesso in sella il sindaco Ugo De Vivo. E Gentile, quindi, si chiede se in tale ricorso possano ravvisarsi profili di inammissibilità. In altre parole, intende verificare se sussista o meno l’interesse legittimo del Viminale a ricorrere in appello. Secondo l’esponente del Pd, infatti, con il reintegro di De Vivo né lo Stato né i cittadini subirebbero un danno. Anzi, tutt’altro. Dunque, il ministero non avrebbe titolo per fare ricorso. Si annuncia, dunque, una nuova battaglia legale.
Pubblicato alle ore 14:10:50