L’avvocato Italo Spagnuolo Vigorita

Stavolta è guerra. Niente più tatticismi, bando agli attendismi. Dopo l’ufficialità della nomina del nuovo commissario prefettizio Erminia Ocello alla guida del Comune di Isernia, gli avvocati Italo Spagnuolo Vigorita e Giovanni Fratangelo passano al contrattacco. Annunciando che di fronte alla pervicacia del prefetto di Isernia, Filippo Piritore, a non convocare il sindaco Ugo De Vivo per gli adempimenti susseguenti alla sentenza del Tar che lo ha rimesso in carica, del caso sarà interessata la magistratura. I legali, che hanno curato il ricorso vinto dal centrosinistra, non hanno dubbio alcuno. La prefettura di Isernia, non ottemperando alla sentenza dei giudici amministrativi, “sta commettendo un’omissione”. Il primo a rompere gli indugi è Vigorita, che dalle colonne di Facebook già nella tarda serata di martedì scriveva come “a tutt’oggi, nonostante la sentenza del Tar sia stata pubblicata (e sia, pertanto efficace e immediatamente esecutiva) sin dal 9 novembre, sua eccellenza il prefetto di Isernia non ha ancora provveduto a revocare l’incarico commissariale (che è stato, anzi, recentemente rinnovato) e, soprattutto, non ha ancora provveduto a convocare l’avvocato De Vivo al fine di procedere al re-insediamento del sindaco e agli adempimenti (fra cui la prescritta verifica di cassa) necessari ad assicurare il trapasso istituzionale delle funzioni dall’organo commissariale all’organo elettivo”. Poi aggiungeva: “Siamo in attesa che il prefetto si degni di convocare finalmente il sindaco eletto, affinché possa esercitare le sue funzioni: se, come si spera, ciò accadrà prima che il Consiglio di Stato si pronunci sulla richiesta di sospensione dell’efficacia della sentenza del Tar (del tutto incredibilmente avanzata dall’Avvocatura dello Stato), sarà possibile procedere alla convocazione del Consiglio e alla ricostituzione degli organi elettivi. Se, viceversa, il Consiglio di Stato dovesse accogliere la sospensiva (magari sul presupposto che l’organo non è stato ancora ricostituito), non ci resterà che ringraziare i consiglieri dimissionari per aver condotto la città di Isernia al dissesto finanziario e alla anticipata perdita dei benefici di capoluogo”.  Vigorita, come si vede, già anticipava quanto sarebbe stato reso noto soltanto nella mattinata di oggi dal Comune di Isernia: ovvero, il rinnovo dell’incarico commissariale, affidato alla dottoressa Erminia Ocello il 9 novembre scorso con decreto del Presidente della Repubblica. Per una beffa assurda del destino, lo stesso giorno di pubblicazione della sentenza del Tar. “Il giudizio amministrativo si svolge nell’interesse pubblico – spiega Vigorita nel tentativo di fare chiarezza su una vicenda che assume ogni giorno di più i contorni di una telenovela – dunque sul prefetto grava l’obbligo di dare esecuzione alla sentenza non appena ne viene a conoscenza. Il mio collega Fratangelo ha notificato la stessa all’Avvocatura di Stato che, in quanto rappresentante del ministero dell’Interno, ha anche avviato l’iter per impugnarla. Dunque, ribadisco, il prefetto è a conoscenza del verdetto fin dal 9 novembre e la sentenza è efficace immediatamente dopo la pubblicazione. A nostro avviso, Piritore si è preso una responsabilità gravissima perché De Vivo, non avendo presentato ricorso, non è parte del giudizio. E dunque non è scritto da nessuna parte che è indispensabile attendere la notifica diretta nella mani del prefetto per procedere alla convocazione”. A detta del legale del centrosinistra, insomma, per permettere che il sindaco si reinsediasse “bisognava che fosse chiamato immediatamente. Qui invece – continua, inviperito, Vigorita – non solo il sindaco non è stato convocato. Ma, tramite l’Avvocatura di Stato, si è pure fatto appello in Consiglio di Stato contro la sentenza, anche se il ricorso non ci è stato ancora notificato. Tra l’altro, mi chiedo quale sia l’interesse del Viminale a chiedere la sospensiva, della quale probabilmente sapremo qualcosa a fine mese o a inizio dicembre”. A questo punto l’avvocato sbotta: “Il prefetto non si sta comportando in maniera ‘terza’, come dovrebbe. E tali inadempienze sono suscettibili di denunce”. Parole forti, che trovano subito rispondenza nelle successive dichiarazioni del collega Fratangelo all’Ansa: “La Prefettura di Isernia sta commettendo un’omissione non ottemperando alla sentenza del Tar che ha rimesso in carica il sindaco Ugo De Vivo. Del caso stiamo interessando la magistratura”. Per poi aggiungere che “dopo quattro mesi abbiamo ristabilito la legalità e la prefettura non procede convocando il sindaco De Vivo per gli adempimenti susseguenti alla sentenza”, che “risulta depositata alla segretaria del Tar dal 9 novembre e in quella stessa data comunicata alle parti costituite. Vale a dire:  prefettura di Isernia, ministero dell’Interno, presidenza del Consiglio dei ministri, Presidente della Repubblica e tutti i rappresentati e difesi dell’Avvocatura dello Stato. Quindi dalla mattina successiva, ovvero dal 10 novembre, il prefetto era obbligato a comunicare al sindaco De Vivo la sentenza immediatamente esecutiva”. Quanto alla notifica, Fratangelo spiega sempre all’agenzia di stampa come sia “un atto che consente di produrre appello al Consiglio di Stato e può essere adempiuto in qualsiasi momento, ma nulla esclude dell’impossibilità di dare esecuzione alla sentenza. Comunque, appena ricevute le copie conformi mi recherò a Isernia dall’ufficiale giudiziario per la notifica di rito. Anche se tale adempimento non compete al ricorrente, perché la parte avversa ne è già a conoscenza da oltre 12 giorni”. 

Pubblicato alle ore 17:08:06