La salvaguardia della biodiversità al centro di un percorso didattico di raccolta e studio delle piante, culminato nella realizzazione di un erbario. Il progetto, che ha visto coinvolti gli alunni della scuola media ‘Giovanni XXIII’, è stato realizzato dall’associazione onlus ‘Lifenature’ con il supporto del Cesvip e si è articolato in sei incontri, conclusi pochi giorni fa. Quattro di essi sono stati organizzati in aula con un docente, il professor Giovanni Pelino, curatore del Giardino di flora appenninica di Capracotta. Uno, sempre a scuola, che ha visto la presenza di un’esperta di piante officinali e depurative, in procinto di avviare un’attività a tema nella zona ad Avellino. Un altro, infine, all’esterno, in prossimità del giardino botanico di contrada Le Piane sito di fronte alla piscina comunale, dove gli alunni hanno potuto raccogliere gli esemplari delle varie specie di piante. Il giardino, avviato con il sostegno della Regione Molise, è stato arredato dagli stessi scolari della ‘Giovanni XXIII’ con aiuole rocciose, officinali e a tema libero. Negli anni sarà migliorato con il coinvolgimento di altri ragazzi delle scuole. Come spiega il presidente di ‘Lifenature’, Tiziana Salvatore, il tema della biodiversià “è al centro dell’attenzione della nostra associazione. Esistono vari e importanti motivi per mantenere un’elevata diversità biologica sia a livello nazionale che locale. La perdita di specie, sottospecie o varietà comporterebbe infatti una serie di danni: a livello ecologico, perché implica un degrado della funzionalità degli ecosistemi; a livello culturale, perché si perdono conoscenze e tradizioni umane legate alla diversità delle specie stesse; ma anche a livello economico, perché verrebbero a ridursi le risorse genetiche e il loro potenziale di sfruttamento. Si conosce poco sulla biodiversità – ha continuato la Salvatore – come dimostrato dall’indagine ‘Eurobarometro’ della Commissione europea. Tuttavia, le specie vegetali stanno scomparendo a una velocità da 100 a 1.000 volte suepiore a quella normale. Dunque, occorre invertire la rotta se si vuole contribuire a salvare il pianeta. In questi incontri i ragazzi hanno potuto rendersi conto dell’esistenza delle varie specie attraverso un percorso di raccolta e studio. L’approccio è stato quello di far capire che non esistono piante inutili per l’ambiente, ma con scopi diversi e funzionali per lo stesso: biodiversità vuol dire uso decorativo, uso alimentare, farmaceutico, ecc. Il prossimo step, in un futuro immediato, sarà quello di far acquisire loro le competenze per piantare, trattare e curare le piante”. Due le ‘classi-pilota’ coinvolte in modo attivo nel progetto di ‘Lifenature: una seconda e una prima, con quest’ultima accorpata come classe uditrice. “Ci piacerebbe estendere il discorso a livello più ampio tra i ragazzi – ha aggiunto la Salvatore – in quanto le nuove gererazioni dovranno concorrere a riparare i danni ambientali esistenti, che hanno però origini remote. Tutti i partecipanti sono rimasti molto interessati e colpiti da quest’iniziativa. E non escludiamo che potrebbero pensare a questi argomenti anche come approfondimento del loro percorso di studi o lavorativo, vista l’importanza che sta assumendo la cosiddetta green economy”. Particolarmente impegnato nel progetto il professor Pelino che, insieme a un proprio assistente, ha svolto la maggior parte degli incontri con i ragazzi. “Si è trattato di un’idea molto interessante dal punto di vista didattico – ha spiegato il docente – perché abbiamo cercato di far conoscere il mondo delle piante ai ragazzi appassionandoli ‘dal vivo’ alla materia. Una prima parte del percorso è stata dedicata all’evoluzione delle piante, ai diversi passaggi che la natura ha fatto per far passare la vegetazione dall’acqua alle terre emerse, all’adattamento delle piante ai vari ambienti e ai vari climi. Poi c’è stata la parte pratica, con l’osservazione delle piante all’aperto, la raccolta delle specie con una sorta di caccia al tesoro botanica e, a seguire, lo studio delle caratteristiche morfologiche e fisologiche e dei principi attivi da esse contenute. Negli altri appuntamenti – ha proseguito il professore – abbiamo fatto studiare ai circa 50 ragazzi coinvolti, molto interessati e attenti sugli argomenti, le piante più utili per l’uomo. L’ultima lezione, infine, l’abbiamo dedicata al cosiddetto ‘sequestro del carbonio’, una delle modalità principali per la riduzione della quantità di anidride carbonica presente nell’atmosfera e ritenuta responsabile dei cambiamenti climatici. Ma abbiamo fornito anche dettagli sul protocollo di Kyoto relativamente al riscaldamento globale e all’effetto serra e sull’utilità delle piante per mitigarlo; abbiamo visto le cellule vegetali al microscopio, studiato le rotelle degli alberi con cui si può vedere l’accrescimento, il modo in cui gli alberi stessi si sviluppano; ancora, abbiamo approfondito i parassiti delle piante e le modalità con le quali il carbonio sottratto all’atomosfera torna di nuovo in circolo grazie a batteri, funghi e muffe”. Soddisfatta del progetto anche la dirigente scolastica, Rossella Simeone: “L’iniziativa nasce dal nostro interesse per il territorio e per l’ambiente – ha detto la preside – e si innesca benissimo nei progetti Unesco, portati avanti da cinque anni. La realizzazione dell’erbario è stata importante per la conoscenza diretta delle piante e delle erbe officinali e di altro tipo, anche usate in cucina, che i ragazzi hanno potuto vedere e inziare a coltivare direttamente. Il progetto prende avvio già dagli anni precedenti, perché si ha bisogno di sedimentare certi contenuti. I ragazzi – ha concluso – devono rifelettere e capire questi argomenti perché diventino parte del loro patrimonio cognitivo. E’ a loro che spetta il difficile compito di salvare questa nostra Terra, altamente sofferente”.