
Si estende fino al Molise e, in particolare, nella città d’Isernia l’inchiesta della procura di Torino, denominata ‘Cartax’, sull’attività della Gec spa (Gestione esenzioni controllate) e di società collegate nel servizio di riscossione delle tasse automobilistiche in Piemonte, Campania e Veneto. Stamani i carabinieri si sono recati presso la sede di Esattorie Spa, sita in corso Risorgimento 38, per effettuare accertamenti e acquisire documenti che definiscano meglio i rapporti tra la società della famiglia Marcucci e l’azienda piemontese. Ventisei in tutto gli indagati, tra i quali 17 persone fisiche, 15 delle quali arrestate oggi con le accuse di associazione a delinquere, corruzione, concussione e turbativa d’asta. Due soltanto le persone non sottoposte ad alcuna misura restrittiva: si tratta dell’imprenditore Carlo Marcucci, creatore della società, e della figlia Sandra, presidente della stessa, nei confronti dei quali l’ipotesi di reato avanzata dai pubblici ministeri di Torino, Andrea Beconi e Giancarlo Avenati Bassi, è quella di peculato. “Una posizione del tutto marginale – spiega con grande sicurezza l’avvocato Luigi Iosa del Foro di Lucera, che assiste i due molisani insieme al professor Lucio Francario del Foro di Roma – tant’è vero che la procura ha contestato il reato associativo a tutti, tranne che ai miei clienti”. I Marcucci, infatti, hanno creato un’associazione temporanea d’imprese con la Gec per la riscossione del bollo auto in Molise. Ma dai documenti forniti ai carabinieri, secondo il legale, seguirebbe un immediato “ridimensionamento delle accuse nei confronti dei miei assistiti”. Le indagini, cominciate nel 2011, sono sfociate nell’arresto di quindici tra funzionari pubblici e dirigenti di società private che si occupano della riscossione della tassa automobilistica regionale. Secondo l’accusa, le società piemontesi, campane e venete avrebbero ottenuto l’appalto per la riscossione delle tasse senza una regolare gara ad evidenza pubblica grazie a funzionari regionali compiacenti, ‘convinti’ grazie a regali, vacanze pagate e mazzette. Gli arresti sono stati eseguiti dai carabinieri del Comando provinciale di Torino. Al centro dell’inchiesta l’ex dirigente del settore Riscossione Tributi della Regione Piemonte, Giovanni Matteo Tarizzo, soprannominato ‘Zeus’ nelle intercettazioni. Il funzionario, oggi in pensione, è stato arrestato perché, secondo gli inquirenti, avrebbe affidato l’appalto per il servizio di riscossione direttamente, fino a determinare nel 2007 un regime di monopolio della società, per la quale sarebbe stato successivamente ‘cucito su misura’ – nel 2010 – un bando di gara, dichiarato in seguito illegittimo dal Consiglio di Stato. Un ”modello Piemonte” da esportare anche nelle altre regioni, tra cui Veneto e Campania. Nell’inchiesta spunta anche il nome di Riccardo Bossi, pilota di rally e figlio dell’ex leader della Lega Nord Umberto. L’ambito è quello delle sponsorizzazioni di Gec nel mondo delle corse automobilistiche: un filone marginale della vicenda, che però il giudice per le indagini preliminari Giuseppe Salerno, nell’ordine di custodia cautelare, ritiene meriti “sicuro approfondimento”. Bossi, comunque, al momento non risulta indagato.
Pubblicato alle ore 17:59:02