Tangenti mascherate da sponsorizzazioni calcistiche per 716mila euro. Appalti affidati per dieci anni alla stessa ditta – in assenza di qualsiasi concorrenza e in spregio dei principi costituzionali di buon andamento della Pubblica Amministrazione – per 3,4 milioni di euro. Danni erariali nei confronti di un Comune – di soli 300 abitanti – per 895mila euro. Due indagati a piede libero per le ipotesi di reato di corruzione ed evasione fiscale. Numeri inquietanti, quelli dell’operazione ‘Aurora’ della Guardia di Finanza di Isernia, che ha disarticolato un “complesso sistema corruttivo” messo in piedi dal 2001 al 2011 nel Comune di Pizzone ad opera, secondo gli inquirenti, dell’ex sindaco, l’avvocato Michele Cozzone e dell’ingegner Giovanni Farrocco, rappresentante legale della Società cooperativa edile molisana (Socem) con sede a Cerro al Volturno. I dettagli dell’inchiesta sono stati spiegati, stamani in una conferenza stampa, dal procuratore capo della Repubblica presso il tribunale di Isernia Paolo Albano, che ha diretto personalmente le indagini. Il magistrato non ha esitato a definire Pizzone, piccolo centro della Valle del Volturno, un luogo “dove regnava l’illegalità”. Dove Cozzone avrebbe permesso “l’aggiudicazione monopolistica di tutti gli affidamenti pubblici” dell’ente da lui amministrato a favore della Socem. Undici appalti, undici assegnazioni: numeri che hanno insospettito le Fiamme Gialle, che per un anno hanno passato al setaccio la gestione del Comune volturnense. Une gestione connotata, a detta della procura, dall’utilizzo di procedure di affidamento diretto “in deroga dei principi di evidenza pubblica, tramite trattative private e procedure negoziate”. Tale modus operandi – grazie all’accentramento “illecito di tutte le figure professionali, da quella di responsabile del servizio tecnico e finanziario a quella di responsabile unico del procedimento, nella persona dell’ex sindaco – permetteva l’aggiudicazione dei lavori pubblici “in assenza di qualsiasi concorrenza con ribassi medi dell’ordine dello 0,2 per cento, in netto contrasto con quelli delle offerte per le medesime gare in regime di concorrenza”. Un sistema abilmente orchestrato dai due indagati, che a detta di Albano avrebbero realizzato “una meticolosa ingegneria del falso” poggiante su tre precisi pilastri: lo spacchettamento dei vari appalti pubblici in modo artificioso, così da rimanere sotto le soglie di legge ed evitare gare ad evidenza pubblica; la predisposizione di atti di gara falsi; infine, l’assenza di trasparenza e pubblicità, senza pubblicare i vari bandi e omettendo di darne comunicazione al ministero dei Lavori Pubblici. Ma quali sarebbero stati i reciproci benefici che Cozzone e Farrocco avrebbero tratto dai loro presunti affari? Cominciamo dall’ingegnere, che si è aggiudicato undici appalti per un ammontare totale dei lavori in oggetto di oltre 3,4 milioni di euro. Per ben nove volte, i lavori avevano il medesimo oggetto, ovvero il consolidamento dell’ammasso roccioso sovrastante il centro abitato di Pizzone. Lavori del valore complessivo di 1.073.686,95 euro, che sarebbero stati assolutamente necessari dopo il terremoto del 2002. Ma dei quali, secondo gli inquirenti, “non si ravvisava affatto l’urgenza”. Non è finita: la Socem ha vinto anche altri due appalti per la metanizzazione del Comune per gli anni 2010 e 2011, del valore di oltre 2,3 milioni di euro. Dalle indagini è emerso che tali lavori, in proporzione alla spesa relativa alla costruzione della rete del gas metano, non seguivano “una logica di economicità ed efficienza, data l’esiguità dell’utenza cittadina (ripetiamo, 300 abitanti, ndr)”. Circostanza, questa, ancora più allarmante, considerando che le opere sono state appaltate “senza la necessaria copertura finanziaria – ha dichiarato Albano – ottenuta solo parzialmente mediante ricorso a un mutuo trentennale, trascinando di fatto il piccolo Comune di Pizzone in una situazione prossima al dissesto finanziario”. Interessi privati politico-economici a totale discapito di quelli pubblici, dunque: al punto che l’affidamento dei lavori del metano si è perfezionato alla vigilia dell’ultimo giorno da sindaco di Cozzone, vincolando di fatto la nuova amministrazione alla prosecuzione delle opere. Ma perché l’ex sindaco si sarebbe prestato? La risposta arriva dalla comune passione, sua e di Farrocco, per il calcio. Il sistema, geniale, sarebbe consistito nell’interposizione di piccole associazioni sportive costituite ad hoc o gestite direttamente dagli indagati, alle spalle degli ignari presidenti. Verso queste società calcistiche dilettantistiche venivano convogliati, almeno in apparenza, enormi flussi di denaro sotto forma di sponsorizzazioni. Le somme, tuttavia, appaiono del tutto sproporzionate all’entità delle realtà sportive in questione. Ed è qui che si sarebbe manifestato il vantaggio di Cozzone, ex team manager della squadra ‘Cerrese calcio’, militante nel campionato d’Eccellenza, e avente come direttore generale l’ingegnere Farrocco. E’ proprio la compartecipazione di entrambi in ruoli dirigenziali nella stessa società sportiva a insospettire la Finanza, che da qui inizierà le indagini. Nel corso delle quali si scopre che, nel periodo 2001-2004, il club riceve un presunto sponsor per 500mila euro dalla Socem di Farrocco. Questi soldi, si badi, vengono erogati alle spalle del presidente della società. Ma allora il denaro che fine faceva? La verità della procura è di quelle sconcertanti: le somme “venivano dragate all’ex sindaco, facendole confluire nella propria disponibilità”. Cozzone, insomma, in qualità di manager, “gestiva le reali esigenze finanziarie delle associazioni, facendo fronte alle necessità minimali legate alla sopravvivenza delle stesse, intascando l’ingente ‘avanzo di gestione’ quale ricompensa degli affidamenti pubblici alla Socem, concessi violando la legge”. Questo nel caso della Cerrese. Perché nel triennio 2009-2011 la storia si sarebbe ripetuta con la costituzione – da parte di Cozzone, della moglie e del fratello (questi ultimi non indagati) – della ‘Asd Aurora Pizzone’, che gioca in Terza categoria. Anche qui arriva uno sponsor consistente: 216mila euro dalla solita Socem, all’insaputa del presidente, che infatti disconoscerà, in fase d’indagine, l’esistenza di un conto corrente ad hoc e le relative movimentazioni finanziarie. A conti fatti, le Fiamme Gialle hanno scoperto un danno erariale nei confronti del Comune di Pizzone per 895mila euro, tale da comportare immediata segnalazione alla procura generale della Corte dei conti; appalti aggiudicati illecitamente per 3.4 milioni di euro; fatture emesse per operazioni inesistenti pari a 716mila euro. Il giudice per le indagini preliminari di Isernia, Maria Luisa Messa, ha dunque emesso un decreto di sequestro preventivo di beni mobili e immobili per entrambi gli indagati, per un valore di 110mila euro nel caso di Cozzone e di oltre 810mila euro per Farrocco (tra cui case in Sardegna e Molise, vari autocarri della Socem, investimenti obbligazionari, conti correnti, partecipazioni societarie e autovetture di lusso). Da sottolineare che, per la prima volta da parte della procura pentra, c’è stata l’applicazione del decreto legislativo 231/01, relativo alla responsabilità amministrativa degli enti con conseguente applicazione di misura cautelare di sequestro preventivo dei beni societari. Le indagini, ha concluso il procuratore capo, non sono ancora terminate: ci sono anche altri indagati, ma sull’identità è st
ato mantenuto il più stretto riserbo.
Pubblicato alle ore 16:20:52