HomeNotizieCRONACAIttierre, nodo 'contratto di sviluppo': senza, si taglia

Ittierre, nodo 'contratto di sviluppo': senza, si taglia

Antonio Bianchi, patron di Ittierre

Finisce l’era della formazione ‘on the job’, all’Ittierre. E si apre una fase molto delicata relativa al nuovo piano industriale che il patron Antonio Bianchi spera di mandare in porto, pena il ridimensionamento dell’azienda con conseguente interessamento di 300 lavoratori. Di questi argomenti si è discusso nell’assemblea sindacale di oggi pomeriggio presso lo stabilimento tessile di Pettoranello. Bianchi in persona ha spiegato i dettagli della riunione svoltasi ieri presso il ministero dello Sviluppo Economico, dove insieme al governatore Michele Iorio, all’assessore regionale Michele Scasserra e a sei rappresentanti sindacali del comparto tessile si è recato per fare il punto della situazione. L’azienda, dal 31 dicembre prossimo, perderà qualcosa come 5-7 milioni di euro (destinati finora alla società ‘Cosmo Servizi’) su cui aveva potuto contare dal 1° febbraio scorso, data in cui, a seguito di espressa richiesta della newco, era stata approvata la cassa integrazione straordinaria, a zero ore per 24 mesi, per 550 dipendenti. Per tali unità lavorative la Regione, attraverso il ministero dello Sviluppo Economico, si era impegnata appunto a finanziare la formazione professionale. Ma negli ambienti sindacali si sapeva da tempo che lo Stato non avrebbe avuto le risorse per riprogrammare  l’‘on the job’ anche per il 2013. Bianchi, inoltre, ha ribadito la propria proposta: un nuovo piano industriale aziendale, che dovrà passare attraverso un apposito iter istruttorio-approvativo con la supervisione della Regione Molise. Oltre 40 milioni di euro la cifra richiesta, che permetterebbero, come riferisce Lino Zambianchi della Filctem Cgil, “all’azienda di decollare definitivamente”. Lo strumento d’incentivazione ‘Contratto di sviluppo’, presentato in base a una legge del ministero competente, è volto ad attivare una serie di ricerche a livello di formazione e ammodernamento tecnologico. Come riportato dalla stampa in più occasioni, per la precisione si prevede un investimento complessivo di 48 milioni di euro, di cui 8.3 di fondi pubblici e 39.7 milioni a carico del privato. Ma il ministero ha assicurato la copertura finanziaria con risorse comunitarie provenienti dal ‘Pon Ricerca e competitività’ solo ai progetti relativi alle Regioni in obiettivo ‘convergenza’: Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. Molise tagliato fuori dunque, come spiega sempre Zambianchi, a causa del farraginoso regolamento per accedere al finanziamento. Tuttavia, in relazione al fatto che sono stati presentati solo due progetti, “la Regione – spiegava in una nota l’assessore Scasserra lo scorso 23 novembre – ha avviato un’importante trattativa con il Mise per addivenire ad un accordo di cofinanziamento degli oneri, ottenendo la disponibilità di massima del ministero a finanziare l’80 per cento dell’intero contributo. Adesso si attende, da parte di Sviluppo Italia, solo la valutazione tecnica del progetto di Ittierre, la cui istruttoria risulta già avviata. Intanto, le quote che la Regione dovrà investire nel progetto sono già state impegnate dalla Giunta regionale con apposita delibera”. Anche ieri, Scasserra ha ribadito che dalla prossima riunione del Cipe dovrebbero arrivare buone notizie. Dunque, le speranze ci sono. Ma è pur vero che, se andasse qualcosa storto, bisogna prevedere un ‘piano B’. L’Ittierre in questi anni di nuova gestione ha fatto investimenti importanti. Bianchi ha rilevato un’azienda con i conti in perdita per 60 milioni di euro e con sole quattro licenze. Allo stato attuale, invece, spiegava in una conferenza stampa lo scorso 16 ottobre, “i marchi acquisiti hanno raggiunto quota 13, il bilancio 2011 è stato chiuso in pareggio e il semestrale del 2012 riporta 1milione 942mila euro di utile”. Dati positivi cui aggiungere l’assunzione di ulteriori duecento dipendenti in due anni, per un totale di 720 unità occupazionali oggi attive in Ittierre. Proprio qui sta il nodo cruciale: senza contratto di sviluppo, l’Ittierre rischia di dover cedere parte dei marchi acquisiti. E soprattutto, di dover ridurre il personale di ben 300 unità. Cosa accadrebbe ai lavoratori, in tal caso, è impossibile prevederlo. L’11 gennaio, intanto, ci sarà una nuova riunione a Roma. In quell’occasione, potrebbe intravedersi qualche schiarita.

Pubblicato alle ore 19:56:34 

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