HomeSenza categoriaTagli al San Timoteo, tuonano De Bernardo e Romagnuolo

Tagli al San Timoteo, tuonano De Bernardo e Romagnuolo

Il consigliere regionale Lucio De Bernardo

Dopo aver condotto una battaglia a difesa della sanità regionale, in qualità di presidente della IV Commissione consiliare permanente, il consigliere Lucio De Bernardo in una nota congiunta col consigliere Nico Romagnuolo interviene sulle criticità registratesi al nosocomio di Termoli. “La decisione del Consiglio dei Ministri – dichiarano i due esponenti di Progetto Molise – di nominare lo scorso 17 giugno Filippo Basso, in qualità di Commissario ad acta della sanità per l’adozione e l’attuazione degli obiettivi prioritari del piano di rientro e dei successivi piani operativi, pur rispondenti a restrizioni e a contenimenti della spesa, così come del resto accaduto in altre regioni, deve pur sempre coniugare l’austerity con la qualità dei servizi offerti all’utenza. Tale obiettivo, però, è stato mancato ed è questa la ragione alla base di un malcontento generale che raccogliamo quotidianamente su tutto il territorio. Non intendiamo mettere in discussione la necessità di rimodulare la sanità molisana secondo quanto disposto dalla Spending Review ma non è possibile accettare i tagli inferti ai servizi in risposta a mere logiche contabili: la salute dei cittadini non può essere condizionata da calcoli ragionieristici. Chiediamo piuttosto che la necessità di ridurre la spesa pubblica colpisca gli sprechi ovunque siano individuati. Si può anche accettare il taglio ai posti letto, se compensati da servizi in day surgery”. Per quanto concerne nello specifico la situazione al San Timoteo di Termoli, Romagnuole e De Bernardo affermano: “Siamo certi che la soppressione di reparti (urologia, otorinolaringoiatria) e servizi (emodinamica, angioplastica, e medicina d’urgenza) non sanerà il bilancio della sanità molisana. Di contro aumenteranno i costi da destinare alla mobilità passiva verso i centri ospedalieri extraregionali. Il nosocomio termolese è un ospedale di frontiera al servizio di un’utenza che rappresenta oltre un terzo della popolazione regionale. Attrae inoltre da sempre pazienti da fuori regione e ha tutte le potenzialità per continuare a farlo se nelle condizioni però di poter ancora garantire servizi efficienti. In caso contrario – concludono i due esponenti di Progetto Molise – anche questo presidio ospedaliero sarà destinato, come gran parte delle strutture sanitarie regionali, ad essere una scatola di cemento sottoutilizzata e non in grado di dare risposte adeguate alle richieste sanitarie dell’utenza, costretta a fuggire verso ospedali più efficienti di Abruzzo e Puglia”.

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