HomeNotizieCULTURA & SPETTACOLICrisi, 'a dieta' anche la ristorazione

Crisi, 'a dieta' anche la ristorazione

Piazza Celestino V
Piazza Celestino V

ISERNIA. Potrebbe suonare stonato o poco armonioso nelle note del gusto sentire Imu, tasse e contributi. Dall’altra parte del bancone è così. Un vortice dialettico che a Isernia, come nel resto d’Italia, si espande nella realtà economica di una delle categorie più importanti della nostra vita: la ristorazione legata all’intrattenimento e non solo. Parliamo di ristoranti, pizzerie e pub. Quelle attività che una volta, a detta di qualcuno “erano piene”, oggi si trovano in una posizione difficile e impegnativa dal punto di vista del ritorno economico. Il centro storico della provincia pentra pullula di cucine, cuochi, barman, di un servizio con qualità e professionalità mediamente alta, qualificata e con buone idee da proporre alla clientela. È un periodo in cui l’ingegno probabilmente è il valore aggiunto: emergono buone notizie quando un locale, oltre alla cena, ai cocktail e alla birra, offre l’intrattenimento. Prezzo a parte. È il caso della storica osteria “Paradiso” della famiglia Antenucci. La tradizione, i piatti tipici, i prodotti molisani scelti, l’ambiente “caldo” hanno caratterizzato il ristorante della traversa occidentale per decenni. Le cose adesso stanno diversamente. “Durante le vacanze di Natale, rispetto all’anno scorso si è lavorato di meno, sia di giorno che di sera. La differenza sta nel fatto che se prima una persona usciva la sera, decideva di cenare e continuare la serata nei pub. Ora si sceglie o l’uno l’altro”. Così Michele, cuoco di “Paradiso”, descrive le due settimane di fine e inizio anno: “Sono diminuite le cene aziendali, le comitive di amici o i singoli, tutto dovuto alla crisi. È un periodo difficile perché l’Imu ha rosicchiato la tredicesima e l’Iva è aumentata su tutto”. A tal proposito, entra in gioco l’ingegno. “La ‘cena con delitto’ (spettacolo teatrale, ndr) ha riscosso un successo enorme. C’è sempre il pienone. Il binomio cena-intrattenimento funziona, perché si offrono più servizi allo stesso prezzo, almeno per il cliente”. Per il ristorante-pizzeria “La Corte vecchia”, rispetto al periodo natalizio 2011/2012, non è cambiato tanto. “Fortunatamente il lavoro c’è. Ho lavorato lo stesso, ma ho guadagnato di meno”, afferma Gianluca, pizzaiolo e gestore che dal ‘Cayo Largo’ si è trasferito nei vicoli del centro storico di Isernia. I contributi e le tasse incidono notevolmente sul bilancio, ma le pizzerie hanno comunque una marcia in più. Gira tutto intorno al prezzo, e si sa, una cena al ristorante costa più rispetto a birra e pizza. “Le spese sono aumentate. Quel guadagno, che consentiva una vacanza per rilassarsi un po’, ora è necessario per pagare i dipendenti”. Sensazioni simili ma leggermente più favorevoli si hanno entrando nei pub e nei locali a metà tra degustazione e ristorazione. I primi casi sono di due attività che hanno aperto rispettivamente da due e cinque mesi, il riferimento è al Natale appena trascorso. “Ci aspettavamo qualcosa in più. Il flusso di persone è comunque alto, ma in media un cliente non spende molto, non va oltre la seconda consumazione”. Le parole sono di Marco, che ha rilevato la gestione del Grapes (ex vineria, locale in pietra molto accogliente, ora punta sulle birre artigianali e la ristorazione). “Credo che i media sbaglino a infondere paura nelle persone. Siamo bombardati da messaggi negativi e questo frena il singolo a spendere. Senza tralasciare il fatto che il lavoro in generale è difficile da trovare o da mantenere. Ecco perché siamo costretti a spendere di più per eventi e serate dove subentrano ulteriori costi, a volte difficili da sostenere (l’esempio è la Siae sulla tv o sui dj, ndr)”. L’Habanero, nuovissimo locale in piazza Celestino V, pare non sentire la crisi, stando alle parole di Francesco.“Dal 21 dicembre è iniziata la serie più positiva, almeno rispetto all’inizio di dicembre. Fino al 7 gennaio i numeri ci sono stati. Il difficile inizia ora”. L’Habanero propone ogni mercoledì il karaoke: è quest’ultimo a fare la differenza infrasettimanale. Sempre in piazza Celestino V, si trovano altri due importanti locali della movida isernina. L’Alter ego e il Klès Five. Entrambi hanno attraversato i precedenti periodi natalizi e la comparazione per i “più esperti” riesce facile. Hanno in comune il fatto di aver lavorato di più. “Con il Capodanno in piazza abbiamo fatto la differenza, ma anche nelle settimane vicine si è lavorato di più”, spiega Simone (Alter-ego). Stessa opinione per Paolo (Klès Five) che individua nel fine settimana lungo e nel clima piacevole la differenza sostanziale con l’anno scorso. “Più giorni di ferie ravvicinati, più uscite. La temperatura permetteva di sostare anche fuori dal locale e si sono trascorse più ore fuori. Rispetto all’anno scorso abbiamo lavorato decisamente di più”. Entrambi offrono aperitivi con finger-food ricco nelle ore tardo pomeridiane insieme a live e dj set. Per ultimo il locale probabilmente più frequentato, l’HolzHaus, del quartetto ‘Alpalulu’. Una sala in più, concerti a gogo, questa la formula vincente del pub in stile bavarese. “In linea di massima il lavoro e il guadagno è stato lo stesso del 2011/2012. Più spese, più tasse ma le persone non rinunciano al divertimento e all’uscita”, sottolinea Pasquale che di statistica (con una laurea alle spalle) ne sa qualcosa. L’Holzhaus ha come forza trainante la programmazione di concerti live, che dà sicuramente una spinta maggiore. Inoltre, si avvale di un’ottima ristorazione. Il problema sostanziale non è la qualità dei prodotti e del servizio, tutti di ottimo livello. La crisi e la mancanza di lavoro sono i punti a sfavore di qualsiasi attività. Tuttavia le persone non rinunciano all’uscita il fine settimana, ma con una maggiore accortezza. Ad esempio, si è preferito il Capodanno in piazza anziché un veglione, nonostante una programmazione incerta che fa da eco all’instabilità politica comunale. Finita l’apparente abbondanza festiva ci sarà una scossa per incentivare il commercio? Cosa può arrecare al centro storico di Isernia un autentico slancio economico e culturale? Durante l’anno i locali, le pizzerie e i ristoranti sono costretti ad arrancare per la mancanza di un piano turistico serio o quanto meno presente. Oppure l’università, che fino a qualche anno prima era riuscita a incoraggiare il mercato. Purtroppo le cose sono andate diversamente: la decentralizzazione dell’ateneo pentro ha impoverito il centro storico. La realtà dimostra, invece, che i giovani imprenditori sono in egual modo capaci di far tornare i conti, a pagare i dipendenti e a offrire un servizio decente nonostante il totale abbandono della classe dirigente, ferma a guardare (e a mangiare) dall’alto dello scranno.

Donato Giannini   

Pubblicato alle ore 1:44:09 

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