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Auditorium di Isernia, spettacolo teatrale con Carlo Giuffré

La sala concerti dell'auditorium di isernia
La sala concerti dell’auditorium di isernia

La commedia dell’ambiguità, dai tratti ironici e drammatici insieme, che racconta un’illusione e la necessità di credere in una soluzione soprannaturale, attraverso uno spaccato di vita più che mai attuale. ‘Questi fantasmi’, testo scritto da Eduardo De Filippo nel 1945 verrà messo in scena questa sera all’Auditorium “Unità d’Italia” di Isernia, nell’ambito della prima stagione teatrale allestita dalla Stage Eventi e dal direttore artistico Bruno Colella, in collaborazione col comune pentro, nella grande struttura di Corso Risorgimento. Ad interpretarlo sarà uno degli allievi del maestro del teatro italiano, che proprio con una commedia di Eduardo, a soli 21 anni, segnò il suo esordio sul palcoscenico: Carlo Giuffre’. Da allora ad oggi il maestro Giuffré ha dato vita ad una carriera lunga sessant’anni, in cui ha attraversato i mondi di cinema, teatro e televisione, emozionando il pubblico e incassando costantemente i pareri favorevoli della critica ed in questo periodo è in tournée per l’Italia con la sua settima rappresentazione di Eduardo. Proprio alcuni critici del teatro italiano hanno definito la costruzione dell’opera “Questi fantasmi” permeata da uno stile pirandelliano, che fa riflettere lo spettatore attraverso la risata. Giuffrè interpreta il ruolo che fu del suo pigmalione, quel Pasquale Lojacono che crede o che fa finta di credere. Attorno a questo dilemma si sviluppa lo spettacolo di cui Giuffré ha curato anche la regia, mantenendo l’essenza del testo e apportando alcune modifiche sulle scene, realizzate da Aldo Terlizzi e con le musiche di Francesco Giuffrè. Lo spettacolo sarà preceduto da una conferenza stampa in programma dalle ore 20 alle 20,30. L’incontro si terrà nella sala stampa dell’Auditorium e nell’occasione il maestro sarà disponibile per interviste.

La trama di ‘Questi Fantasmi’: In un appartamento di un palazzo seicentesco vanno ad abitare Pasquale Lojacono e la giovane moglie Maria. All’insaputa di Maria, Pasquale ha un accordo con il proprietario, per cui, in cambio dell’alloggio, dovrà sfatare le dicerie sull’esistenza di fantasmi nella casa. Suggestionato dai racconti del portiere, Pasquale si imbatte in Alfredo, amante della moglie e lo scambia per un fantasma. Con il suo dirimpettaio, il professor Santanna, silenzioso e invisibile testimone di ciò che accade in casa, intrattiene intanto lunghi monologhi. I regali di Alfredo consentono alla coppia un certo benesssere e Pasquale, sentendosi beneficiato dal fantasma, non si pone troppe domande. Non sopportando più l’equivoca connivenza dimostrata dal marito, Maria decide di fuggire con Alfredo, ma i suoi familiari si recano da Pasquale per denunciare l’adulterio e vengono a loro volta scambiati per fantasmi. Alfredo torna con la moglie e Pasquale, senza donazioni, è in difficoltà: quando incontra di nuovo Alfredo, desideroso di riabbracciare Maria, lo riconosce come “fantasma” e gli rivela il suo amore per la moglie e la pena di non poterle assicurare una vita dignitosa. Alfredo, commosso da quelle parole, sta al gioco e regala a Pasquale il denaro desiderato.

Ospite del programma “Applausi” di Gigi Marzullo, andato in onda domenica sera su Rai1, Carlo Giuffré ha rimarcato l’essenza e il fascino racchiusi da “Questi Fantasmi”. “E’ un lavoro teatrale costruito molto abilmente sull’ambiguità. Non lascia mai capire chiaramente se Pasquale Lojacono, per raggiungere il suo scopo agisce in buona fede o in malafede. Con questa commedia Eduardo approfondisce un tema fra i più ricorrenti nella sua drammaturgia: l’illusione, il desiderio che gli uomini hanno di credere in qualcosa di irragionevole, di irraggiungibile, ma che rende felici, perlomeno sereni. Pasquale Lojacono diventa il simbolo dell’uomo che pur essendo consapevole delle brutture della realtà, vuole trasformare i fantasmi cattivi in buoni, perché vuole avere fiducia in un avvenire diverso, in un mondo migliore. Che grandi commedie, che gioia recitarle, che grande piacere ascoltarle”.

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