Lucio Di Gaetano
Lucio Di Gaetano

di Lucio Di Gaetano

Il più fulgido esempio di quanto un intellettuale possa smuovere le acque lo abbiamo avuto negli ultimi anni ad opera degli ottimi giornalisti del Corriere Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo: da quando, nel 2007, i due hanno dato alle stampe “La Casta”, si è avviata una valanga di polemiche che ha completamente seppellito la nostra classe dirigente sotto una coltre di contumelie, rendendo quella politica la più screditata delle “professioni”. Loro, i politici, hanno fatto assai poco per evitare il peggio e hanno reagito dividendosi tra chi si è arroccato nella difesa dei propri “privilegi” e chi ha approfittato rozzamente della rabbia della gente sperando di arrivare, un giorno, a quegli stessi “privilegi”. 

Francamente non so se sia peggio chi piange miseria con 15.000 euro al mese o chi promette di risolvere tutti i nostri problemi riducendo quei 15.000 euro al mese: quello che so è che, ancora una volta, la politica nostrana non perde il suo atavico vizio di ignorare i veri problemi. Pur sapendo di risultare impopolare, proverò come al solito a spiegarmi con i numeri. La spesa pubblica primaria annua in Italia ammonta a 900 miliardi di Euro; il PIL ammonta a circa 1600 miliardi; il debito pubblico a quasi 2000 miliardi. A quanto ammonta il costo diretto della politica? Secondo le stime più affidabili e includendo nel calcolo tutti gli addetti alla politica – da Napolitano all’ultimo dei consiglieri circoscrizionali – non più di 2 miliardi di Euro all’anno. Mi spiego? La disoccupazione ha superato a fine 2012 l’11,2%, le aziende chiudono, il debito pubblico esplode e noi da cinque anni litighiamo sullo 0,2% del totale della spesa pubblica, un po’ come se un malato terminale si lagnasse in continuazione dell’unghia incarnita! Il Molise non è in condizioni molto diverse: il costo annuo dell’indennità del futuro Consiglio Regionale non dovrebbe, al netto di tasse e contributi, superare i 5 milioni, cui sommarne altri 2 di rimborsi elettorali. Quanto pesano 7 milioni sul bilancio regionale? Lo 0,5%! Ora, è possibile che in campagna elettorale non si parli che di quello 0,5%? È possibile che i cittadini debbano decidere tra i candidati in base a una somma così ininfluente? Ma forse non sono stato ancora sufficientemente impopolare. E allora vi faccio un’altra bella domanda: secondo voi quanto deve guadagnare ogni mese un Governatore della Regione? 2000 Euro? 5000 Euro? La sparo grossa: secondo me, alle cifre attuali (15.000 Euro, che si ridurranno alla metà applicando i criteri  del decreto Monti) il Governatore guadagna poco. Prima che vi strappiate i capelli per la rabbia vi spiego perché, ancora una volta ricorrendo ai numeri. Il bilancio della Regione Molise ha una dimensione di circa a 1,4 miliardi all’anno e, con le regole costituzionali sull’autonomia, ben pochi di quei soldi si muovono senza che il Governatore firmi un pezzo di carta; aggiungo poi che l’autore di quelle firme (a meno che non sia dotato di poteri soprannaturali) non è al riparo da errori suoi o dei suoi collaboratori e quegli errori molto spesso sono destinati a tradursi in processi e in responsabilità politiche, contabili, civili e, nei casi peggiori,  penali. 

Nel paese dei calciatori strapagati, pagare poco chi ha tante responsabilità significa solo una cosa: allontanare i talenti – che ahimè, amano essere ben retribuiti – dalla politica e lasciare che ad essa si avvicinino solo coloro i quali non hanno alcuna capacità di guadagnarsi il pane con un lavoro qualsiasi. Per concludere, insomma, i molisani – e gli italiani – non devono chiedere una rappresentanza politica che guadagni poco, quanto piuttosto una rappresentanza politica che valga molto. Il resto è propaganda e nemmeno tanto originale.