Michele Iorio nella sede di via Libero Testa
Michele Iorio nella sede di via Libero Testa

ISERNIA. Le due facce della medaglia di una città che si scopre di centrosinistra, Isernia le mostra già nel pomeriggio. Quando, con Paolo Frattura che aumenta sempre più il distacco da Michele Iorio, in giro non vedi nessuno. Il leader del ‘Molise di tutti’ non ha una sede elettorale, nel capoluogo pentro. E i suoi alfieri seguono lo spoglio ognuno per conto proprio. Quando intorno alle 20 non c’è più dubbio alcuno, la fine di un’epoca a Isernia non passa per cori da stadio, clacson o fuochi d’artificio (come succederà, invece, più tardi a Campobasso) ma per il silenzio tombale e per le facce attonite dei supporters del presidente uscente, assiepati nella sede di via Libero Testa del Pdl. Increduli, sgomenti, delusi, ormai privi di una guida. Sono le 20.50 e Michele Iorio ancora non si vede. In molti dicono: “Non verrà”. I big mancano, nessuno vuol parlare. Solo il coordinatore provinciale azzurro, Luigi Mazzuto, rassicura: “Il presidente (per lui sarà sempre tale, ndr) arriverà più tardi”. Poco prima delle 22, quando le tv sono già assiepate per la diretta e la sede di ‘Iorio presidente’ si affolla di amici, amministratori, simpatizzanti, molti dei quali giovani. Il dato che emerge è sconfortante. I Comuni di Isernia, Venafro, Colli al Volturno, Roccamandolfi, S. Maria del Molise, solo per citarne alcuni, passano tutti a sinistra. Anche Rionero Sannitico, dove nel 2011 l’ormai ex governatore raccolse qualcosa come il 75 per cento delle preferenze. Abbandonato. Dai fedelissimi. Dagli insospettabili. E, da ultimo, anche dai sindaci, coloro che avrebbero potuto significare il valore aggiunto, “se avessero fatto campagna elettorale”, accusano in molti. Accettare la sconfitta è dura, durissima in casa Iorio. Nel capoluogo pentro, nella sua roccaforte, un tempo baluardo inviolabile, la disfatta arriva in continuità con quella della sorella Rosa Iorio, candidato sindaco sconfitto alle Comunali del maggio scorso. Frattura a Isernia passa con il 45.36 per cento (pari a 4.839 consensi), mentre il governatore uscente si ferma al 28.25 per cento (ovvero 3.014 suffragi): meno 17.1 punti percentuali in casa sua. Numeri impietosi, che devono far riflettere.  E che fanno scattare subito la caccia alle streghe, alle responsabilità altrui. “E’ colpa dei sindaci e amministratori, che non si sono impegnati abbastanza”, dichiara ad alta voce qualcuno che non riesce proprio a digerire la disfatta. Ma Iorio invece, con la stoffa del leader che lo contraddistingue, analizza il dato con grande lealtà e sportività. Ammette che tra defezioni di massa e traditori, le liste del centrodestra non erano forti come al solito. E che chi è rimasto accanto lui sostenendolo con il suo voto ha dimostrato di avere grande coraggio. Iorio promette un’opposizione seria, nell’interesse del Molise. Ma qualche rimpianto gli resta: “Avrei dovuto tagliare più di qualche ramo secco, già qualche tempo fa”. La sua gente lo applaude. Lui esce di scena con una punizione severa. Ma il banco delle Comunali di Isernia, tra tre mesi, non è così lontano per provare a riorganizzare le truppe. E chissà che il ‘giaguaro molisano’ non riesca ad assestare una nuova zampata.