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Giunta, nodo Idv per Frattura: ballottaggio Nagni-Tedeschi

Pierpaolo Nagni
Pierpaolo Nagni

CAMPOBASSO. Posizioni vacanti: quattro. Candidati: cinque. Sede di lavoro: via Genova. Non si tratta di un concorso indetto dalla Regione Molise, bensì del toto-giunta ormai aperto a tutti gli effetti, dopo l’assegnazione dei seggi di palazzo Moffa. L’esecutivo in Regione sarà composto dal neo eletto presidente Paolo Frattura e da quattro assessori. Ma quello che spetta a Frattura è un compito per nulla semplice. Vanno rispettati accordi e intese pre elettorali, vanno preservati equilibri non proprio stabili e soprattutto va firmata la pace nella guerra delle poltrone. Il primo dei patti non scritti che il neo governatore deve rispettare è quello con il suo partito, il Pd, secondo il quale due assessorati dovrebbero spettare a due esponenti dei Democratici: uno di Campobasso e l’altro della provincia di Isernia. L’altra clausola dell’accordo, in teoria, prevede che non si ricorra ad assessori esterni, in modo da non aumentare i costi della politica. Tra i fermi principi di Frattura vi è quello di rispettare la volontà dell’elettorato, seguendo il criterio dei primi eletti. E perciò, con tutta probabilità, le prime due poltrone della giunta saranno occupate da Michele Petraroia che con 3.387 preferenze è il primo eletto del Pd nella circoscrizione di Campobasso e da Massimiliano Scarabeo che di consensi ne ha raccolti 2.768 nell’hinterland pentro. Rimangono due posti. Il terzo potrebbe essere ricoperto da Vittorio Facciolla, sindaco di San Martino in Pensilis, candidato nella lista civica Unione per il Molise, che ha portato nella casse del centrosinistra 3.711 consensi. L’attuale carica di Facciolla, tuttavia, risulta incompatibile sia con quella di consigliere che di assessore regionale. Dovendo perciò dimettersi, la logica del potere sembra suggerire che il primo cittadino sanmartinese aspirerà ad occupare la poltrona più prestigiosa da assessore. Per l’ipotesi dell’assegnazione dell’ultimo scranno c’è da sciogliere il nodo Italia dei Valori. Qui il primo eletto è un ‘figlio d’arte’, si tratta di Cristiano Di Pietro con 2.053 voti. Ma le dichiarazioni di Frattura secondo cui, con lui a guidare la Regione, saranno spezzate le catene del familismo, sarebbero incompatibili con la designazione di Di Pietro. Il fatto poi che l’Idv sia un partito ormai in disfacimento e che il colpo di grazia glielo abbia dato proprio Di Pietro padre rassegnando le sue dimissioni da presidente, fa presupporre che Frattura, politico lungimirante, non cadrà nell’errore di nominare Cristiano assessore. Dovrà dunque attingere altrove. Le soluzioni che si prospettano in questo caso, considerando il fatto che Isernia, secondo gli schemi tracciati finora, resterebbe a bocca asciutta, potrebbero essere due. Secondo una prima ipotesi – più probabile – il presidente Frattura opterà per Pierpaolo Nagni con il quale, ormai stanco di fare soltanto il segretario regionale del partito, ci sarebbe da tempo una forma di accordo. La seconda opzione andrebbe ad accontentare la città pentra rimasta a mani vuote, la quale al posto di Nagni vedrebbe bene Cosmo Tedeschi. In un Idv che anche in città somiglia sempre più ad una nave che affonda e in cui alcuni membri dell’equipaggio l’hanno già abbandonata – si veda Antonio Monaco ed Edmondo Angelaccio – Tedeschi è l’unico punto di riferimento. Il primo della lista dell’Idv a Isernia, ufficialmente, non ha ancora chiesto nulla, ma il partito gradirebbe vedergli riconosciuti i suoi sforzi. Proprio per sostenere la “causa Tedeschi” alla corte di Frattura, ieri si sarebbe dovuta tenere a Isernia una riunione di partito, ma la stessa è stata annullata e rimandata a data da stabilirsi. Benché i motivi siano oscuri, l’annullamento è sintomatico delle poche possibilità di Tedeschi nell’ottenere questa carica.

Cosmo Tedeschi
Cosmo Tedeschi

Dalla base del partito, inoltre, fanno sapere che se Tedeschi non dovesse venire accontentato potrebbe iniziare a guardarsi intorno, rispondendo positivamente a quei contatti con il centrodestra che ci sono da sempre. In questo modo prenderebbe forma uno scenario imprevedibile in vista delle elezioni Comunali del prossimo maggio. Detto ciò, con buona pace di Tedeschi i posti in Giunta sarebbero ad ogni modo al completo. Ma c’è un altro candidato per le prestigiose poltrone. Si tratta di Mario Pietracupa: il fondatore di Rialzati Molise rispunta con propositi ambiziosi e il presidente Frattura vedrebbe di buon occhio una persona di esperienza come l’ex presidente del Consiglio regionale accanto a sé. In un simile scenario viene ad inserirsi un altro personaggio che avrebbe diritto a un riconoscimento: il primo eletto in assoluto nel centrosinistra Vincenzo Cotugno, che a questo punto, andrebbe a ricoprire la carica di consigliere o al massimo di presidente di una commissione permanente. Al fianco del presidente, di ‘cognati illustri’, può sedere solo uno. A Cotugno potrebbe interessare l’incarico da presidente del Consiglio. Stando alle volontà di Frattura – secondo le quali chi viene nominato assessore dovrebbe dimettersi da consigliere – se l’ex presidente di FinMolise dovesse abdicare dal seggio a Palazzo Moffa per entrare in Giunta, al suo posto dovrebbe subentrare Antonio Tedeschi, passato dal centrodestra ad una sinistra in cui possiede i numeri ma non la fiducia del suo partito. Aiquattro consiglieri che andrebbero a ricoprire la carica di assessore dovrebbero così subentrare altri quattro membri a Palazzo Moffa. In questa ipotesi, nel Pd in provincia di Campobasso si darebbe spazio al terzo migliore eletto – fatto salvo il ventunesimo seggio di Domenico Di Nunzio – che risponde al nome e cognome di Pasquale Marcantonio, di Guglionesi (3.387 voti) che entrerebbe al posto di Petraroia. A sostituire Facciolla, invece, dovrebbe essere Oreste Campopiano, avvocato di Termoli, secondo miglior piazzato nella lista Unione per il Molise, che scalpita per l’ingresso in assise. Alle spalle di Di Pietro, nell’Idv, troviamo invece Donato Pozzuto di Tufara (895 voti). Nella circoscrizione di Isernia invece, il primo eletto del Pd Scarabeo ha dietro di sé Carlo Veneziale: e la questione si fa più scottante, in caso di mancate dimissioni dell’imprenditore venfarano dalla carica di consigliere. I consensi per Veneziale, dalle Comunali del 2012 alle ultime elezioni Regionali, sono notevolmente cresciuti. Considerato, inoltre, che il piddino gode delle simpatie finanche del centrodestra, non è da escludere che l’eventuale esclusione dal Palazzo possa convincerlo a lasciare la storica famiglia del centrosinistra. Ma forse ai più questi potranno sembrare ipotesi di fantapolitica. Di certo rimane il fatto che il neo eletto Frattura sarà l’arbitro in una sorta di gioco delle sedie, in cui qualcuno rimarrà in piedi. E questo qualcuno sarà la città di Isernia, con tutta probabilità assente in una giunta palesemente venafrocentrica.

VD

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