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Isernia-Pesche: viale dei tombini

Panoramica su un tris di tombini
Panoramica su un tris di tombini

ISERNIA. Si scrive Viale dell’Università, si legge viale dei tombini. È la strada situata a nord di Isernia, per alcuni tratti parallela alla Statale 17, perpendicolare a Viale dei Pentri, che intercorre e collega la zona delle piane, l’Unimol (Università degli studi del Molise) e il piccolo comune di Pesche. Ha inizio dalla rotatoria della fontana luminosa, scende giù verso il centro commerciale: lo costeggia e ne mostra le ‘viscere’, ovvero il parcheggio di “In piazza”. Oltrepassato il primo tratto, il viale diventa viale vero. Come un tappeto, si estende in direzione Pesche, allargandosi di circa sei metri, mostrando, in un’ampia veduta, le escrescenze ferrose conosciute con il nome di tombini. Di fianco allo stradone, ha inizio la pista ciclabile. Fatiscente, completamente in sterrato, priva di segnaletica specifica per bici: è la prima, nella sua categoria, ad essere spuntata a Isernia. All’ombra dei lampioni fotovoltaici (presenti solo nel secondo tratto: di sera spenti, risparmio energetico su risparmio energetico) o sotto il sole cocente d’agosto, gli amici ciclisti, beffardamente, non possono godersi lo spettacolo degli automobilisti alle prese con la gimkana dei tombini, poiché, a loro volta, impegnati nel ciclocross. Stoico diventa poi affrontare la salita adagiata sulla collina che domina il viale dei tombini. Tecnicamente, lo strappo (o volgarmente la “reppa”) rende ardua l’ambizione di recarsi al ‘santuario’ dello studio e della ricerca, posizionato alle spalle della suddetta collina, su un mezzo a pedali. Si consiglia, infatti, l’uso di mountain bike.

P1000348Di notte, peggio che andar di giorno. Chiude l’università, cala il buio, scende la quiete. I tombini diventano la minaccia: nascosti dietro le curve, disposti con continuità lungo la strada, si posizionano a coppie, singolarmente e, addirittura, in fila da tre. Pare che i cinghiali siano inciampati più volte e gli habitué seguano una mappa mentale per schivare gli ostacoli ferrosi. Di tanto in tanto si incontra qualcuno a piedi (con passo veloce), avvolto dall’oscurità: gli abbaglianti della macchina sono l’unica fonte di luce che illumina il pedone, altrimenti la luna o le stelle, per orientarsi. Eppure viale dei tombini aveva visto, a maggio dell’anno scorso, il taglio del nastro: erano le elezioni comunali che a distanza di dodici mesi si ripresentano ai cittadini. Allora fu presentazione in pompa magna per il viale, omaggio metallurgico ai tombini, veri protagonisti della carreggiata. La domanda naturale che viene da porsi è: è utile, da parte della pubblica amministrazione, promuovere il bike sharing, ovvero l’utilizzo di bici in affitto nella città di Isernia, senza osservare le norme di sicurezza per gli amanti dei pedali? Adattare le strade del capoluogo pentro, creare le condizioni per la circolazione delle biciclette su apposite piste  inserite nel contesto urbano: queste le prerogative per pedalare.

Donato Giannini

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