Cooperative per salvare Carrefour e Zuccherificio

Lucio Di Gaetano
Lucio Di Gaetano

*di Lucio Di Gaetano

Qual è il vero significato della parola “crisi”?

Oggi il termine è diventato soprattutto sinonimo di depressione, difficoltà profonda, assenza di prospettive. Eppure in tempi lontani il significato era molto differente e, a parere di chi scrive, molto più efficace: crisi, secondo il greco antico, vuol dire “scelta”.

A ben vedere l’etimo della parola pare addirittura più adeguato per descrivere i tempi che corrono.

Tra i tanti insegnamenti che il quinquennio 2008-2013 ci ha fornito, infatti, c’è proprio questo: dobbiamo scegliere. Dobbiamo scegliere una volta per tutte qual è il modello di società che desideriamo per il nostro futuro, quali meccanismi siano i più adatti a creare benessere e quali siano le leve più efficaci per promuovere l’eguaglianza sociale.

E nel farlo non possiamo rimanere all’interno del solito tracciato intellettuale confinato, a sinistra, dal keynesismo della spesa pubblica e, a destra, dal liberismo sfrenato: altrimenti nulla avremmo appreso dagli asfissianti debiti pubblici dell’Area Euro né dagli sconquassi generati dalla “libera” finanza americana.

Una soluzione? Posto che “confessioni” economiche così autorevoli stanno crollando, non sarebbe il caso (né se ne ha la presunzione) di provare a fondarne una nuova; tuttavia si può seminare qualche buona idea e misurarne la praticabilità nella nostra piccola – e proprio per questo meglio adatta – Regione.

Ho già parlato in altri miei articoli di quello che nella storia economica si è appalesato più volte come un ammortizzatore sociale “naturale”: la cooperazione.

Le cooperative di lavoro e di credito sono state la risposta italiana ed europea alle crisi economiche di fine ‘800, del primo e del secondo dopoguerra e proprio in quei frangenti hanno dimostrato una eccezionale tenuta nonostante i bilanci pubblici non offrissero la giusta risposta in termini finanziari.

Le cooperative sono le protagoniste della ripresa argentina del dopo-default, ripartita proprio grazie alla preziosa esperienza delle “fabbriche recuperate” (più di 205 aziende salvate con questo sistema e ancora in ottima salute).

Perché l’idea non dovrebbe funzionare anche oggi e anche in Italia?

Guardiamo al Molise: è ancora lecito immaginare l’arrivo del mitico “cavaliere bianco” disposto a rilevare la Solagrital o il Centro Sannicola? Crediamo davvero che pagare sei stipendi o costruire una rotonda possa essere il sistema per rendere competitive aziende che non hanno mai fatto una lira di utili?

L’ho già scritto in passato, quando ancora si credeva (o si voleva credere, favoriti dal clima elettorale) che sarebbe spuntato qualche mitico investitore pronto a produrre polli a 90 centesimi o aprire supermercati in mezzo al nulla: puntare sui lavoratori e sulle produzioni di qualità, possibilmente a “km 0”, è l’unica soluzione per dare un futuro ad aziende altrimenti destinate a chiudere.    

E questa soluzione potrebbe essere la migliore anche per il Nuovo Zuccherificio, unica partecipata regionale con un reale valore di mercato: perché il compratore dal concordato non dovrebbe essere una cooperativa di lavoratori e bieticoltori consorziati che coltivano o trasportano per sé stessi?

I possibili ostacoli di natura finanziaria sono superabili se solo lo si voglia per davvero: esistono fondi comunitari e nazionali appositamente stanziati per la cooperazione, la quale, come noto, gode anche di un trattamento fiscale di notevole favore; esiste la possibilità che la Regione (e la sua finanziaria) intervenga a garantire la tenuta dei piani industriali, così come hanno garantito in passato la realizzazione e il successo di altre operazioni.

Paradossalmente proprio questi anni di disagio potrebbero essere i migliori per scegliere strade nuove, abbandonando i paradigmi scolastici che hanno incastrato le politiche economiche per tutto il novecento

In altre parole e parafrasando un noto ‘criminale’ con grande talento per gli aforismi: “Grande è la confusione sotto il cielo, la situazione è eccellente”. Ed è forse la volta di provarci davvero*.