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CAROVILLI. Non è il primo anno che si conduce un’indagine sui consumi di gas nel territorio della provincia pentra. E, purtroppo per gli abitanti dei Comuni montanti, la situazione non è cambiata. I contribuenti delle zone montane pagano più tasse di coloro i quali vivono in collina oppure in pianura. A segnalare la ‘pesante’ situazione è il presidente dell’Associazione Culturale ‘Il Glicine’, Luciano Scarpitti, il quale nel riportare le risultanze dello studio, lancia un appello alla politica affinché introduca dei correttivi che possano riequlibrare le spese tra tutta la popolazione della regione. “Abbiamo considerato – spiega Scarpitti in una dettagliata nota – un utente dell’Alto Molise, per comodità di Carovilli, che con i suoi quasi 900 metri è sufficientemente rappresentativo dei paesi di montagna, uno di Isernia che con i suoi 400 metri ha un clima collinare, ed uno di Venafro, che in pianura gode di un clima particolarmente mite. Già il periodo agosto-settembre mostra che comunque le differenze esistono: in quel bimestre – prosegue il presidente de ‘Il Glicine’ – l’utente di Carovilli ha speso circa 115 euro, mentre quello di Isernia soltanto 82 e quello di Venafro appena 45. Sebbene i mesi siano estivi, il consumo di gas a Carovilli è superiore del 40 per cento rispetto ad Isernia e del 155 per cento rispetto a Venafro. In questo periodo le tasse pagate dai tre utenti sono molto diverse: il carovillese ha versato quasi 38 euro, tra imposta sui consumi e IVA, mentre quello di Isernia meno di 26 euro e quello di Venafro soltanto 13 euro. Nel bimestre successivo, ottobre-novembre, per l’utente di Carovilli si manifesta un primo forte aumento, tanto che la spesa raggiunge quasi 535 euro, mentre l’utente di Isernia spende meno di 149 euro e quello di Venafro soltanto 140. Si nota, pertanto, che all’arrivo dei primi freddi a Carovilli vengono messi in funzione gli impianti di riscaldamento, cosa che a Isernia e Venafro avviene con un sensibile ritardo e con un forte risparmio. Anche in questo caso le tasse pagate sono molto diverse: quasi 45 euro a Venafro, 52 ad Isernia e oltre 182 a Carovilli. L’ultimo confronto – prosegue Scarpitti – riguarda il  mese di dicembre: la differenza si attenua proprio perché il riscaldamento delle abitazioni diventa necessario anche ad Isernia e a Venafro, perciò vediamo che la spesa raggiunge 500 euro a Carovilli, 230 ad Isernia e 157 a Venafro. Le tasse pagate in questo mese ammontano a quasi 48 euro a Venafro, a meno di 92 euro ad Isernia e a più di 164 euro a Carovilli. Nell’intero periodo di 5 mesi l’utente di Venafro ha speso 342 euro, quello di Isernia ha speso 461 euro, mentre quello di Carovilli è arrivato a 1.150 euro. Ricapitolando, possiamo stimare che in un anno l’abitante alto molisano si trovi a versare all’Erario, per la sola fornitura di gas da riscaldamento, una cifra di circa 1.000 euro mentre quello di Isernia intorno a 350 euro e quello di Venafro forse a 250 euro. Le differenze sono notevoli e sembra impossibile che i nostri politici non abbiano fatto niente per modificare questa assurda realtà. Poiché di fronte allo Stato i cittadini sono tutti uguali, o dovrebbero essere tali, e siccome le tasse servono per assicurare i servizi essenziali e per aiutare i cittadini che si trovano in difficoltà, – conclude Scarpitti – abbiamo la sensazione che i cittadini che abitano le zone di montagna in Molise siano considerati di serie C”. Di qui l’appello: “L’On. Danilo Leva, da poco entrato in Parlamento, ha sottoscritto, insieme all’On. Realacci, una proposta di legge per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni, ma forse non si è accorto delle sofferenze di coloro che vivono nei comuni di montagna. Speriamo che questo intervento serva a richiamare la sua attenzione sui problemi di questi enti. E speriamo anche che la nuova amministrazione regionale faccia proprie queste drammatiche istanze”.