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Comunali, Celeste Caranci terzo incomodo

Celeste Caranci con il commissario prefettizio Vincenza Filippi
Celeste Caranci con il commissario prefettizio Vincenza Filippi

ISERNIA.  Il terzo incomodo sarà Celeste Caranci. L’esponente dell’Arci Isernia, storico rappresentante della sinistra radicale, sarà candidato sindaco con una lista civica, ‘Isernia bene comune’-La Sinistra’. Tra i primi a contestare l’operazione Brasiello bollandola senza appello come “un incesto politico”, Caranci è riuscito a mettere insieme una squadra per tentare di rompere le uova ne paniere ai due poli contrapposti. “Noi pensiamo – aveva scritto qualche settimana fa Caranci in una nota – che ci sia bisogno di una vera svolta, nuove idee e nuovi programmi per una nuova politica. Proponiamo perciò la formazione di una “Lista civica alternativa” al centrodestra del malaffare e al centrosinistra del trasformismo e dell’opportunismo. Una lista che abbia come suo obbiettivo la difesa della nostra città contro gli speculatori, i cementificatori e gli affari sporchi, per fare entrare a Palazzo San Francesco aria pulita e idee fresche”. Alle parole, l’artigiano isernino ha fatto seguire i fatti. La sua lista civica dovrà vedersela con le cinque liste di centrodestra a sostegno di Giacomo d’Apollonio (Pdl, Fratelli d’Italia, Grande Sud, Progetto Molise e Isernia in Comune, lista civica del sindaco) e le sette del centrosinistra con candidato sindaco Luigi Brasiello. Per quest’ultimo, saranno in capo Pd, Sel, Udeur, Isernia di tutti (la lista del sindaco), Uniti per Isernia (la riedizione del listone civico ‘Il Ponte’ che fece le fortune del centrosinistra negli anni ’90), Iniziativa Democratica di Alfredo D’Ambrosio e Polo civico di Isernia di Mimmo Izzi, che accantona il simbolo dell’Udc per le Comunali pentre. D’Ambrosio e Izzi, insomma, rinunciano alla corsa in solitaria e passano con Brasiello. Viene quasi da sorridere a ricordare come i centristi di Izzi si siano affannati in tutti i modi a far credere di voler correre da soli, per poi accodarsi evitando rovinose cadute che li lasciassero senza possibilità di poltrone. Alla fine, il salto della quaglia rimandato alle scorse Regionali è finalmente arrivato. Noi ce lo aspettavamo. Gli elettori, per ora, non possiamo saperlo. Ma i giudici delle scelte politiche sono solo loro. Il 27 maggio la sentenza. 

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