ISERNIA. Assoluzione per i reati di falso e truffa e prescrizione per quello di frode in pubbliche forniture. Si è pronunciata così la Cassazione, ieri, in merito all’inchiesta ‘Piedi d’Argilla’ condotta dai carabinieri della compagnia di Venafro. L’indagine riguardante i lavori per la variante di Venafro ha visto coinvolti Gaetano Patriciello, Massimo Zullo e Orlando Pallotta. Nel giugno dello scorso anno la corte d’appello di Campobasso confermò le condanne, già decise in primo grado, per i tre indagati e le assoluzioni dell’europarlamentare Aldo Patriciello e di Paolo Pirollo. L’unica novità in quel caso fu l’assoluzione di Paolo Furner, che in primo grado aveva avuto due anni e tre mesi. Oggi, invece, con la pronuncia della Suprema Corte viene messa la parola fine all’inchiesta e vengono rinviate alla Corte d’Appello di Salerno le questioni civilistiche. Grande soddisfazione da parte dei legali della difesa “soprattutto per la decisione di annullamento relativa al risarcimento da pagare all’Anas”, ricordano Mariano Prencipe e Gianrico Ranaldi. Solo lunedì scorso l’eurodeputato Patriciello aveva presentato il libro dal titolo ‘Piedi d’acciaio’ per dare il suo “contributo alla ricerca della verità” – si legge nella prefazione dell’opera – a seguito dell’assoluzione con formula piena nell’inchiesta ‘Piedi d’argilla’, iniziata otto anni fa.
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